Marco Predolin: «Prendiamo Malgioglio e lo mettiamo sul rogo»


Non sappiamo se Marco Predolin sia convinto di essere divertente, così come non sappiamo perché sia così ossessionato dall'omosessualità di Malgioglio. L'unica cosa che sappiamo è che quotidianamente se ne sta uscendo con frasi di dubbio gusto.
Se ieri si lagnava che da eterosessuale non poteva manco sfottere i gay per la loro sessualità, oggi ha esordito asserendo: «Qui se il Grande Fratello ci regala del rum facciamo casino, smontiamo tutto, finiamo sui giornali davvero. Prendiamo Malgioglio, lo mettiamo sul rogo come Giovanna d’Arco con il suo pigiamino rosso mentre canta Sbucciami».

In difesa di Marco Predolin si registrano le prese di posizione dei gruppi integralisti e neofascisti. Ad esempio è uno dei vari siti omofobi di De Mattei ad aver commentato il primo caso di omofobia scrivendo:

Ma che cosa ha detto Predolin di tanto grave da finire sotto la mannaia del gender diktat? Nella chiacchierata incriminata sul tema omosessualità, Predolin si era unicamente limitato a spiegare ai suoi coinquilini della casa il proprio punto di vista sul mondo gay, stigmatizzando coloro che pretendono di ostentare eccessivamente la loro presunta femminilità, arrivando a coprirsi di ridicolo:“Non posso visitare in calze a rete o andare in tribunale vestito da donna“.

Il tutto per sentenziare:

Ora, per il verdetto, bisognerà attendere la puntata di lunedì 18 settembre, dove l’imputato Predolin è impazientemente atteso al varco da Alfonso Signorini. Se anche non fosse cacciato dalla casa, certamente l’“omofobo”, secondo copione, sarà costretto a rivolgere le sue scuse pubbliche alla comunità LGBT assicurando che non voleva in alcun modo offendere i gay e promettendo che non ricapiterà più in futuro. Intanto, tutti i telespettatori del Grande Fratello continueranno a sorbirsi le patetiche e penose docce di Cristiano Malgioglio e i suoi panegirici sulla “normalità” e “bellezza” dell’omosessualità.

Insomma, nel nome di Marco Predolin, De Mattei esige che i siano additati come persone anormali che devono poter essere offese impunemente da chiunque si dice strenuamente convinto di far parte di una nuova "razza ariana". Il tutto, ovviamente, spergiurando che tutto questo sia il volere di Dio.
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