Savarese si inventa «l'ora gender» pur di difendere sessismo e omofobia


È «allarme rosso», dice Filippo Savarese. Il frontman pagato dall'integralista spagnolo Ignacio Arsuaga (al quale pare siano state cedute le anime di chi ha partecipato al "family day") sembra disposto a qualunque spergiuro pur di sfruttare il pregiudizio per la promozione di un'estrema destra che possa ridefinire i canoni di una nuova "razza ariana" e creare tanti piccoli balilla che sappiano come ogni differenza verrà punita ed oppressa dal regime. Un po' come nel caso di quel Mario Adinolfi che agita sua figlia dai palchi dei suoi comizi mentre promette ai presenti che le piccola dovrà necessariamente sposare un maschio intenzionato per essere ingravidata o lui la farà rinchiuderà in uno di quei centri di tortura psicologica che hanno già spinto al suicidio numerosi adolescenti. Mostrando come evidentemente preferisca rischiare di contribuire alla morte di sua figlia piuttosto che riconoscere possa avere un'identità diversa da quella che lui pretende abbia, da giocatore d'azzardo abituato a rischiare, pare non farsi remore nel giocare con una roulette russa in cui la pistola è puntata alla tempia di una bambina di soli otto anni.
Questa volta, intenzionati a negare ai ragazzi una sana educazione sessuale nelle scuole, il gruppo di Filippo Savarese si è inventato la bufala di quella che hanno ribattezzato come «ora gender obbligatoria». Ovviamente non è vero che si voglia parlare solo di gay ed ovviamente non è vero che si insegnerebbe quel fantomatico «gender» che l'integralismo si è inventato come scudo per giustificare omofobia e sessismo. In realtà, l'unica loro loro plausibile preoccupazione è che si possa parlare liberamente di sessualità senza che i genitori possano fomentare disinformazione e pregiudizi che giustifichino un papà che tratta la mamma come una schiava o per sostenere che esista un unico modo giusto di esistere.
In altre parole, dunque, un tizio alla Adinolfi non dovrebbe più accontentarsi di minacciare pubblicamente sua figlia qualora abbia caratteristiche naturali diverse da quelle che lui ha deciso debba avere, ma dovrebbe contribuire anche ad aumentare il rischio che la piccola possa essere vittima di violenze domestiche o di stupri nella sua strenua difesa del maschilismo. Il tutto allo scopo di screditare quel Renzi che lui sostenne girando l'Italia in camper (probabilmente solo perché ai tempi sperava di poterne trarre un qualche guadagno personale).
Ed è ad uso politico che anche Savarese condisce la sua promozione dell'odio raccontando ai suoi miliziani che questo sarebbe «il parlamento più ideologico degli ultimi decenni» prima di giurare che «la commissione cultura del Senato ha ripreso la discussione di quello che è chiamato Disegno di Legge (Ddl) Gender».
Ovviamente non esiste un disegno di legge con nomi di teorie inventate da Savarese, così come sarebbe interessante capire perché mai lui pretenda un mondo in cui un bambino non debba essere difeso da genitori che odiano chiunque non sia fatto a loro immagine e somiglianza. L'omofobia è infatti uno tra i peggiori cri,mini possibili, dato che non esistono molte altre discriminazione in cui c'è da temere che i genitori possano essere i peggiori carnefici dei loro figli. E se è per giustificare l'odio che Adinolfi paragona quella violenza al bullismo contro i grassi, è un dato di fatto che difficilmente avrà vissuto l'esperienza di raccontare ai suoi genitori ciò che aveva subito per sentirsi rispondere che Diio lo odia con tutto sé stesso, che loro lo reputavano un insulso pezzo di lardo e che avrebbero votato quel partito che prometteva di poterlo "curare" attraverso una politica che gli negasse ogni possibilità di vita qualora non fosse stato diverso da ciò che lui era.
La ragione ci spiega l'importanza di una scuola che possa rassicurare un ragazzo gay rifiutato dalla sua famiglia, ma gente come Afdinolfi e Savarse si battono perché quel ragazzo sia reso vittima di ulteriore bullismo o che sia magari spinto al suicidio.

Ma ogni riflessione pare inutile dinnanzi ad un tizio che pare godere del male, arrivando a gesti di inumanità che si commentano da sé, come quando iniziò a girare Roma per fotografare i passanti al fine di insultarli su Twitter come "prova" di come lui dovesse essere considerato superiore a loro in virtù di come si veste o per chi si porta a letto. Peccato che tale decontestualizzazione sarebbe come mostrare le immagini di una pornostar e chiedere a delle madri quanto siano favorevoli con Savarese nel voler difendere un mondo in cui le donne vengono considerate oggetti utili solo al piacere del maschio. E se si hanno remore nell'usare le persone o nel negare che ogni professione meriti il rispetto delle persone nell'ambito di quella che dovrebbe essere la libera scelta, allora difficilmente si potrà toccare il baratro in cui lui sguazza con la sua ignobile propaganda fatta di pregiudizio e di falsificazioni a danno dei bambini.
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