Deriso al lavoro per i suoi atteggiamenti effeminati fa causa: ora i colleghi sono indagati per maltrattamenti


È stato preso in giro dai suoi colleghi di lavoro, compresi due dirigenti, per i suoi atteggiamenti effeminati e per il suo accento meridionale. Isolato e costretto in situazioni di disagio al punto da dover essere sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio, ha deciso di fare causa. Ora i colleghi che lo prendevano in giro saranno finalmente indagati per maltrattamenti.
È accaduto nella provincia di Perugia. Il protagonista dell'assorda vicenda è un giovane lavoratore di circa trent'anni che è impiegato in una azienda specializzata nel campo della spedizione e trasporto di pacchi e lettere.
«Questo ulteriore episodio di omofobia ci ricorda quanto lavoro c’è ancora da fare sul territorio –commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos– chi, all’epoca della discussione della legge regionale contro l’omotransfobia, andava raccontando che questo genere di discriminazioni non esistono, è ancora una volta smentito dai fatti e da una triste realtà che è prima di tutto responsabilità delle istituzioni affrontare seriamente. La Regione Umbria si è dotata di una legislazione avanzata in tema di omofobia e transfobia, che contiene disposizioni importanti anche per il mondo del lavoro. È ora il momento di metterle in pratica».
Omphalos, che da oltre 25 anni si occupa di discriminazioni e diritti delle persone lgbti, è iscritta nel Registro delle associazioni legittimate ad agire in giudizio a tutela delle vittime di discriminazione e ha dato mandato ai propri legali di valutare la costituzione di parte civile dell’associazione nell’eventuale processo che si aprirà a seguito della chiusura delle indagini preliminari.
«Come associazione che si occupa di discriminazioni e violenze stiamo valutando la nostra costituzione di parte civile in questo processo –continua Bucaioni– l’omofobia è una vera e propria piaga sociale, che oltre ad arrecare un gravissimo danno alle vittime, alimenta lo stigma e i pregiudizi verso le persone omosessuali. Non siamo più disposti a tollerare simili episodi e continueremo a fare tutto il possibile per dare aiuto e sostegno concreto alle vittime e per contrastare culturalmente e legalmente omofobia e transfobia. Chiediamo inoltre che la stessa valutazione sulla costituzione di parte civile venga fatta anche dalla Regione Umbria che in base all’articolo 11 della recente legge regionale contro l’omofobia e la transfobia approvata nell’aprile di quest’anno, può costituirsi parte civile nei casi di violenza commessa contro una persona a motivo dell’orientamento sessuale, che siano di particolare impatto e rilevanza sociale nella vita della comunità regionale».
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