È iniziato il processo a carico dell'uomo che uccise il figlio di 8 anni perché riteneva fosse gay


Si è aperto a Los Angeles il processo per omicidio a carico di Isauro Aguirre, il 37enne ed ex-guardia di sicurezza che uccise figlio della sua compagna solo perché credeva fosse gay. Anche la madre, la 34enne Fernandez, finirà alla sbarra con l'accusa di concorso in omicidio, ma verrà sottoposta ad un processo a parte.
Tutto ebbe inizio il 22 maggio 2013. L'uomo chiamò la polizia e raccontò che il figlio Gabriel si sarebbe suicidato perché non accettava la sua omosessualità. La sua storia non riuscì a convincere i medici, i quali trovarono sul corpo del bambino di soli 8 anni vari traumi sul corpo, segni di strangolamento intorno al collo, morsi e lividi sulla testa.
Il procuratore Hatami, incaricato delle indagini, riuscì a scoprire dettagli ancora più sconvolgenti. Gabriel era denutrito, costretto a mangiare feci di gatto e il suo stesso vomito. Veniva picchiato e costretto a dormire legato nell'armadietto in cui fu ritrovato il 22 maggio 2013, quando i suoi genitori si inventarono la storia del suicidio.
Hatami ricorda che Gabriel è stato un bambino «felice e sano» sino a quando ha vissuto nella casa dei nonni, ma quando è stato portato in quella della madre e del compagno ha avuto inizio il suo calvario. «Aguirre torturava brutalmente il bambino perché non gli piaceva. Credeva che Gabriel fosse gay e che ciò fosse una cosa negativa. Il processo dimostrerà che l'imputato non è altro che un bullo. Era una guardia di sicurezza che intenzionalmente torturava e commetteva abusi su un ragazzino impotente e innocente».
L'avvocato dell'uomo ha ammesso le torture e le sevizie e tenterà di basare la sua linea difensiva sul sostenere che la morte sia stata accidentale.
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