I vescovi hanno voluto Amato in Cile per negare il diritto all'identità


La missione prioritaria di Gianfranco Anato pare sia quella di far credere che la sua promozione politica dell'estrema destra integralista abbia un qualcosa a che fare con la religione. Durante i suoi comizi politici ama raccontare ai suoi miliziani che la Madonna gli sarebbe apparsa su un convoglio di Trenitalia per nominarlo "generale " di un esercito che lui dice sia stato incaricato di battersi contro i diritti umani altrui. E come ogni esercito, anche lui non pare esitare a fare vittime in quella crociata che mira a danneggiare la vita altrui per un profitto personale.
A raccontarci i confini della sua nuova crociata contro la comunità lgb è un articolo de La Nuova Fede Quotidiana, nel quale si sostiene che l'avvocato che si dichiara generale sia in Cile per «intraprendere, su invito dell’episcopato locale, una “missione politica” e portare l'esperienza di mobilitazione italiana a un popolo che sta affrontando proprio in queste settimane la peggiore offensiva dell'ideologia gender degli ultimi anni».

E se non si contano i momenti in cui l'integralismo cerca di fomentare isteria parlando di fantomatici pericoli che deriverebbero dal rispetto altrui, tant'è che poi spiegano che il motivo della convocazione sia la «materializzato nella proposta di legge 8924-07, dal titolo “Riconoscimento e protezione del diritto all'identità di genere”, che è stata approvata il 14 giugno scorso al Senato e ora è in discussione alla Camera».
Esatto, il tizio che vorrebbe spacciare la discriminazione come una «protezione» delle credenze religiose è poi lo stesso che non tollera alcuna protezione per le vittime della sua aggressione.

Ancor più grave è come Amato sia stato convocato dalla curia per promuovere in candidato omofobo, misogino e interessato a vietare ogni libertà di scelta. Afferma l'articolo:

Primo impegno della nuova impresa latinoamericana dell'avv. Amato (a novembre era stato già in Messico per aiutare a sventare l'introduzione del “matrimonio” gay) è stato con il candidato cattolico indipendente alle presidenziali José Antonio Kast. Lunedì scorso, infatti, si è tenuto un lungo incontro con lui e la moglie dell'onorevole (e avvocato) Kast Maria Pia che, fin dall'inizio di questa campagna che lo vede come il maggiore “outsider”, è diventata la sua maggiore collaboratrice nel coniare slogan, consigliarlo nella scelta delle alleanze e dei collaboratori, ispirarlo nella elaborazione e presentazione dei principi programmatici. L'avv. Amato ha avuto un incontro con José Antonio e Maria Pia Kast il 25 settembre ed i loro più stretti collaboratori pranzando con loro mettendo a punto un vero e proprio “gemellaggio politico”. [...] Successivamente all'avv. Amato aspetta un vero e proprio “tour de force” con una serie di conferenze in sette università e l'incontro con i parlamentari cattolici cileni presso la sede del parlamento nazionale. Visto l'esito della visita ai parlamentari del Messico – subito dopo è stata bocciata la proposta di legge per l'introduzione del “matrimonio” gay – qualche altro politico e vescovo latinoamericano stanno probabilmente pensando che, dell'Italia schierata contro i falsi miti del Progresso, non si possa fare a meno.

Insomma, Amato chiederà ai cattolici di votare il candidato voluto dei vescovi al fine di sostenere che il diritto alla vita altrui sia un qualcosa di cui si può fare a meno.
1 commento