Luciano Moia contro e la sua crociata contro i figli dei gay a nome dei vescovi italiani


È nel nome dei vescovi italiani che Luciano Moia pare aver intrapreso una vera e propria crociata contro i figli dai gay, da lui costantemente denigrati ed attaccati sulla base dell'odio che in più occasioni pare aver espresso contro chiunque non sia prettamente eterosessuale ed amante delle ragazze.
Una semplice ricerca su Google riguardo alla carriera di Moia ci propone una pagina di Avvenire dal titolo "Gender Famiglia e Vita", quasi a sottolineare con quanto impegno l'integralista stia cercando di alimentare isterie e disinformazioni su quel fantomatico "gender" che è stato ideato proprio dall'integralismo cattolico come scudo per la loro difesa del sessismo, dell'omofobia e della misoginia. E fa riflettere osservare come Moia abbia provato per ben due volte (a febbraioieri) a sostenere che sia fondamentale impedire ai gay di adottare i bambini perché «per i figli di coppie gay i problemi raddoppiano». E per ben due volte ha cercato di nascondere nelle pieghe dell'articolo l'evidenza di come l'unica ricerca da lui presa in esame (nonostante sia scientificamente priva di validità e rinneghi quanto emerso da decine di altri studi) si limiti ad osservare che i figli dei gay avrebbero conseguenze dal bullismo compiuto dai figli dei fondamentalisti anti-gay.
In altre parole, sostiene che i gay non devono aver figli perché il pregiudizio da lui promosso potrà fare loro del male. Il ragionamento non sarebbe diverso da chi, sotto il nazismo, di fosse messo a sostenere che i figli degli ebrei avessero più problemi di quelli ariani... Naturalmente sarebbe bastato non sterminarli nei capi di sterminio e sarebbero stati benissimo anche loro, ma nella logica di Moia pare si voglia suggerire che dinnanzi a quei fatti si sarebbero dovute mettere in discussione le capacità genitoriali dei loro padri.
Non solo, l'articolo prova a sostenere che i gay dovrebbero poter adottare solo i figli con cui hanno legami biologici ma non quelli che si trovano negli orfanotrofi, di fatto chiedendo a gran voce che si crei quella situazione che lui stesso è solito criticare nel suo voler accostare l'omogenitorialità alla g.p.a. La reazione a catena pare mostrare tutta l'ipocrisia di chi sostiene che non si debbano permetter adozioni ai gay o i bambini subiranno il suo pregiudizio creato proprio grazie alla possibilità di poter cavalcare il fatto che ai gay non sia permesso di adottare. E tutto questo accade a nome dei vescovi italiani, con un uomo che pare pronto a tutti pur di essere causa ed effetto di una ingiusta discriminazione.
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