Polis Aperta propone un seminario sulla prevenzione e contrasto ai crimini d'odio


Si è svolto questa mattina a La Spezia il seminario organizzato da Polis Aperta dal titolo "Prevenzione e contrasto dei crimini d’odio e delle discriminazioni contro le persone LGBTQI". Si è trattato di un appuntamento rivolto principalmente agli appartenenti alle Forze dell’Ordine ed alla comunità LGBTQI, con l'obiettivo di avvicinare le due realtà per abbattere quel muro di antagonismo che storicamente li divide. Si è anche voluto formare il personale in divisa su come la persecuzione di un crimine di matrice omo-lesbo-transfobica si possa rimarcare il ruolo fondamentale di chi indossa l’uniforme nella lotta contro le discriminazioni e i crimini ai danni delle persone omosessuali, transessuali e intersessuali.
Polis Aperta è l’Associazione italiana delle persone LGBTQI che lavorano nelle Forze di Polizia e nelle Forze Armate. Nata nel 2005 su spinta di una rete europea al di fuori sia del movimento LGBTQI, sia delle istituzioni italiane, dopo i primi anni di titubanza è riuscita a guadagnare la fiducia di entrambe, promuovendo la visibilità nella società italiana delle persone omosessuali e transessuali anche in uniforme.
Nell'occasione si si è interrogati se simili associazioni e strumenti istituzionali come l'OSCAD (Osservatorio interforze per la sicurezza contro gli atti discriminatori, che fa capo direttamente al Ministero dell’Interno)
possono davvero essere considerati i fautori di un cambiamento nel contrasto della violenza dettata dall’odio verso le persone lgbtqui o nella nella lotta contro il sessismo e la violenza di genere? A tentare di dare una risposta è stata la Dr.ssa Simonetta Moro, presidente di Polis Aperta, il Dr. Gabriele Guglielmo, vice-presidente e Segretario nazionale di Polis Aperta, e la Dr.ssa Daniela Mengoni, Primo Dirigente della Polizia di Stato e componente OSCAD, insieme ad altri ospiti .
La psicologa e psico-terapeuta. Margherita Graglia si è invece occupata di sottolineare la necessità di alfabetizzare la collettività, perché la conoscenza è ricchezza ed è la prima arma da utilizzare contro la violenza dell’ignoranza. Infine il Prof. Vanni Piccolo e la Dr.ssa Maria Laura Annibali si sono occupati di linguaggio del disagio come mezzi du apertura ad un approccio più “empatico” nei confronti delle minoranze.
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