Provita Onlus manipola le immagini della BBC per sostenere che che il rispetto dell'identità «confonde i bambini» e li rende «adulti disadattati»


È buffo osservare come l'organizzazione Provita Onlus paia capace di confezionare delle non-notizie che vengono prontamente spacciate come presunte "argomentazione" ai loro proclami omofotransofobici. Sfruttando rigorosamente la figura dei bambini qual giustificazione alla discriminazione di chi non è appare conforme al loro "modello ariano", il gruppo vicino a Forza Nuova appare capace di propinare materiale propagandistico come questo:



Data la natura del gruppo, pare abbastanza evidente che Brandi voglia sostenere che il rispetto dell'idenitòà di genere sarebbe sbagliato perché un bambino tra tanti vuole giochi «da maschio» anche se lo si veste «da femmina». Peccato che il discorso non cambierebbe in tanti altri casi: si può vestire Adinolfi come Brad Pitt ma probabilmente non farebbe ugualmente strage di donne, così come sarebbe inutile vestire come gemelli due uomini con diverso orientamento sessuale: il gay non diventerà etero così come l'etero non diventerà certamente gay.
Nel caso del neonato, pare difficile si possa sostenere che a quell'età ci sia una qualche percezione di quello che Brandi sostiene siano i vestiti «da maschio» o «da femmina». E allo stesso modo è presumibile che il bambino continui ad usare i suoi soliti giocattoli anche se lo si cambia d'abito... insomma, siamo dinnanzi ad un video che non pare dimostrare assolutamente nulla.

Ma c'è un dettaglio che infastidisce non poco: il gruppo omofobo cita la BBC quale fonte ed anche nel video il logo dell'autorevole emittente britannica è chiaramente impresso sulle immagini. Ma per quanto si possa vedere o rivedere il video proposto, non si capisce perché mai avrebbero dovuto mettere una tizia che parla al femminile ad un bambino vestito da bambina.
Una domanda che probabilmente si saranno posti anche le 10mila persone che hanno guardato il video sulla pagina di Provita, spesso senza esimersi da commenti infamanti in cui si sostiene che la donna «sembra posseduta» o che si sia sicuramente dinnanzi ad «esperimenti sui bambini» dettati dal «gendersimo» che vuole «plagiare i bambini».

Una semplice ricerca sulla fonte ci permette di apprendere che il video è stato tagliato ad arte in modo da omettere ogni dettaglio potesse permette di comprendere che cosa si stava guardando.
Il video originale mostrava un esperimento sociale rivolto ad un gruppo di adulti, ignari di come il bambino che avessero di fronte avesse un genere diverso da quello che era stato detto loro. Quello che il video ha messo in risalto è come l'adulto tendesse a offrire giocatoli stereotipati nella più totale noncuranza di come l'attenzione del bambino fosse rivolta ad altri, così come le didascalie (rigorosamente omesse dal video proposto da Provita) spiegavano che gli adulti che giocavano con Edward (quello vestito da bambina) gli tendevano ad offrirgli "giocattoli molli" come bambole e animali ripieni, ossia giocattoli che non insegnano la consapevolezza spaziale. Al contrario gli adulti che giocavano con Marnie (quella vestita da bambino) propendevano per porgergli giocattoli in grado di insegnare la coscienza spaziale, come ad esempio i robot.
Intervistato dopo l'esperimento, gli adulti hanno riconosciuto che gli stereotipi di genere li hanno spinti a proporre giocattoli specifici per il genere senza tener conto delle esigenze del neonato.

Eppure non è quanto si capiva nel leggere i messaggi pubblicati da Provita, un'organizzazione politica che beneficia opinabilmente di fondi pubblici derivanti dal 5 per mille al fine di propagandare filmati messi lì per sembrare ciò che in realtà non sono.

E se ciò non bastasse, a chi ha chiesto la fonte di quelle immagini, l'organizzazione ha risposto citando sé stessa e propinando un articolo in cui sostengono che «la cosa è stata montata per dimostrare che noi adulti siamo influenzati dagli stereotipi gender, involontariamente il video dimostra che i bambini hanno gusti determinati proprio dal sesso biologico [...] Pretendere che i bambini siano di gender “neutro” e “lasciarli liberi” di “essere” ciò che si vuole, vuol dire farne dei bambini confusi che poi diventano adulti disadattati».
Insomma, se se maschio e non ti piace giocare a calcio, allora significa che dei un disadattato e che i tuoi genitori hanno sbagliato a non prenderti a cinghiate per obbligarti ad essere quello che Brandi esige tu fossi. Il tutto, peraltro, in quella totale contraddizione in cui Brandi sostiene che il bambino sappia scegliere in autonomia solo quando sceglie ciò che vuole lui, nel caso contrario deve essere "corretto" per rientrare nei suoi schemi e nei suoi distinguo.
Interessante è anche osservare come la parola "adulti disadattati" fosse linkata all'articolo in cui l'organizzazione di Brandi sostiene che le persone transessuali debbano essere ritenute come uomini che si travestono da cani. Così, giusto per sottolineare a quale inumana ferocia sia giunta questa gente (pagata con denaro pubblico e più volte ospitata nel nostro Senato).
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