Renato Farina e Libero difendono le molestie sessuali sul posto di lavoro


Capita spesso che l'odio omofobico sia accompagnato da un disprezzo verso qualunque categoria sociale non sia la propria. Pare questo il caso Renato Farina, il deputato di Forza Italia ed ex-vicedirettore di Libero che venne radiato dall'albo dei giornalisti per aver collaborato con i Servizi segreti italiani, fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro (salvo poi vedersi sospesa la condanna dalla Corte di Cassazione perché Farina si era già dimesso dall'Ordine quando ne fu radiato). Ora firma de Il Giornale e di Libero, è autore di decine di articoli contro i gay, contro i migranti e contro le donne.
Forse intenzionato a difendere sessismo e molestie sessuali, è in riferimento agli abusi subiti da alcune attrici di Hollywood che se n'è uscito con un agghiacciante articolo dal titolo: "Prima la danno via poi frignano e fingono di pentirsi". Ed ancora, nel sottotitolo, scrive: "Cedere alle avances del boss è prostituzione non stupro".
In quel testo incontriamo un Renato Farina che si affretta a bollare le vittime di violenza sessuale come delle prostitute, spergiurando che la colpa non sia del ricattatore ma delle persone ricattate perché femmine e quindi a priori colpevoli (almeno secondo gli stereotipi di genere promossi da quel Family day di Gandolfini a cui lui aderì in maniera assai compulsiva).
Siamo dunque dinnanzi un politico che abbraccia vistosamente l'ideologia politica di quei leghisti che ridono divertiti quando Salvini sale sui palchi con bambole gonfiabili che rappresenterebbero le donne o di quel Berlusconi che deve essere ripulito dalle condanne che lo vedevano coinvolto in un giro di prostituzione minorile. Peccato che si arrivi a difendere varie forme di abuso, magari simpatizzando per carabinieri che stuprano in servizio due studentesse americane o prendendo le difese del datore di lavoro che vuole portarsi a letto le dipendenti approfittando della sua posizione.
A prendere posizione contro l'articolo troviamo l'attrice Asia Argento, pronta a rendere noto di aver querelato «per aver offeso la mia dignità di donna e leso la mia reputazione con il loro pessimo articolo». E se la sua iniziativa è lodevole, c'è davvero da aver paura a vivere in una nazione in cui le istituzioni non tutelano i cittadini e un cui bisogna sperare nell'iniziativa di singoli cittadini che decidono di investire i loro soldi e il loro tempo contro chi minaccia la società. Oppure si può continuare a finta di nulla, attendendo la prossima donna che verrà uccisa dal fidanzato per far finta di domandarci come sia possibile che tutto ciò possa accadere.
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