Sulmona: sospesi tre bulli. Ma la vittima denuncia rimproveri della preside perché la sua omosessualità avrebbe “favorito” l’attacco omofobo


Uno studente gay di 18 anni è stato reso vittima di bullismo omofobico al Liceo Vico di Sulmona, ossia quella stessa cittadina che nel 2013 vide il suo primo cittadino pronto ad insultare deliberatamente le persone lgbt e che nel 2016 mostrò un vescovo pronto a promuovere l'illegalità a danno dei gay.
Questa volta i responsabili dell'aggressione risultano tre ragazzi in età compresa tra i 15 e il 16 anni, responsabili di insulti ed offese nei corridoi contro il loro compagno gay. La dirigente scolastica, Caterina Fantauzzi, ha comminato due giorni di sospensione ai responsabili di tali atti.
Il caso è stato denunciato dal Collettivo Studentesco di Sulmona, che in solidarietà alla vittima di discriminazione ha proposto un #RainbowDay per mercoledì 18 ottobre, durante il quale gli studenti potranno mostrare la loro solidarierà indossando capi arcobaleno.
Anche Arcigay Chieti e Arcigay L’Aquila si sono uniti coro di condanna dell’episodio di bullismo omofobico. Emerge però che «la vittima racconta di aver ricevuto dalla preside rimproveri legati in qualche modo al suo orientamento sessuale e ad atteggiamenti che avrebbero “favorito” l’attacco omofobo. Non sappiamo se i fatti si siano svolti come riferito, o se si tratti di uno spiacevole equivoco; gli organi preposti speriamo chiariranno la dinamica dei fatti».
Le due associazioni aggiungono poi che «quello che ci preme sottolineare ed evidenziare, e per cui ci rammarichiamo sempre più, è la continua e costante presenza di bullismo nelle scuole, increscioso e spiacevole atteggiamento nei confronti delle minoranze, spesso sottovalutato e considerato come una ragazzata, come fase inevitabile per la quale si deve transitare alla stregua di un rito di iniziazione.Siamo solidali con il ragazzo che è stato bullizzato e nello stesso tempo ci rallegriamo che siano stati presi provvedimenti; ci domandiamo, infine, quali azioni di prevenzione e conoscenza del fenomeno vengono posti in essere nell’istituto e se ci sono strumenti di controllo e verifica o se ci si basa sulle denunce puntuali che eventualmente giungono alla dirigenza (quando queste giungono perché la vittima trova il coraggio di ribellarsi).Arcigay Chieti, unitamente ad arcigay L’Aquila e alle altre associazioni LGBT+ del territorio, si propone di collaborare con la scuola in questione – e anche con eventuali altre che ci auguriamo fossero interessate – attraverso incontri con specialisti e volontari che si occupano di bullismo omofobico che possano portare testimonianze e aiuto agli studenti, unitamente ad uno sportello di ascolto e legale in caso di necessità».
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