Tempi sostiene che i gay non dovrebbero poter avere figli perché i "cristiani" faranno loro del male


In una pagina adorna di pubblicità che parla di problemi di erezione, il sito ciellino Tempi si è lanciato nell'ennesima offensiva contro le famiglie gay. Ancora una volta sostenendo che tutti gli studi sull'omogenitorialità siano da ignorare perché loro hanno tra le mani la screditatissima ricerca pubblicata da Sullins (la stessa promossa anche da Avvenire, dal foglio propagandistico di Adinolfi e da un immancabile Gandolfini che lo invitò a Roma per una conferenze pubblica di promozione dell'omofoba).
La scienza ufficiale conferma, senza eccezione alcuna, che il sesso dei genitori non influisce sulla sana crescita dei figli, ma sulla stampa integralista pare esistere una "scienza" alternativa creata  ad uso e consumo delle loro rivendicazioni. Non è vero ciò che è provato, è vero ciò che loro vogliono sentirsi dire. Si arriva così a promuove uno studio rigettato dal mondo scientifico per la sua metodologia, chiedendo all'autore perché mai tutti gli altri avrebbero sbagliato.

Il motivo è ovviamente politico e Tempi non pare farne mistero nello scrivere:

Non c’è nessuno svantaggio a essere figli di una coppia di donne o di uomini anziché avere come genitori un uomo e una donna, si legge nel testo posto all’attenzione del pubblico, poiché questo è ciò che si evince dai 79 studi condotti finora negli Stati Uniti sul benessere dei bambini nelle famiglie omoparentali: solo 4 di essi riferiscono di svantaggi dei primi sui secondi, per cui si può concludere che «l’opinione dominante fra gli studiosi» è che «avere per genitore un gay o una lesbica non causa danni ai figli». Quando dopo le elezioni politiche del 2018 in Italia si ricomincerà a discutere sull’introduzione della possibilità per le coppie dello stesso sesso di adottare bambini e di usufruire della cosiddetta maternità surrogata, quasi certamente i due parlamentari del Pd Monica Cirinnà e Sergio Lo Giudice sventoleranno in aula gli Abstract degli studi in questione. Peccato però che siano profondamente viziati da errori metodologici e fattuali, come ha recentemente dimostrato il reverendo Paul Sullins, docente di sociologia della Catholic University of America di Washington.

Insomma, volendo includere anche tutti gli studi rigettati dalla comunità scientifica, bisognerebbe considerare solo quella minoranza che consenta loro di chiedere leggi che neghino pari dignità ai figli delle coppie gay. E pare davvero difficile il sostenere che il negare tutele giuridiche ad un minore possa migliorare la sua qualità di vita, soprattutto quando lo stesso articolo afferma che quelle discriminazioni sono la base del disagio.
Dopo vari sproloqui e veri e propri insulti (come l'insinuare che le madri lesbiche abusino dei loro figli), l'articolo arriva a dichiarare:

Che la vita emotiva dei figli di coppie omosessuali sia mediamente più stressante di quella dei figli degli eterosessuali dovrebbe essere intuitivo: hanno il problema di raccontare o non raccontare la loro realtà familiare ad amici e compagni di scuola, si ritrovano a dover assumere atteggiamenti protettivi nei confronti dei genitori, e vivono conflitti interiori relativi al loro personale orientamento sessuale: i loro genitori omosessuali in maggioranza desiderano vederli crescere eterosessuali, per non essere accusati di averli condizionati, ma loro non hanno modelli di riferimento in casa.

Insomma, i bambini avrebbero problemi perché quelli di Tempi fomentano odio e pregiudizi contro di loro. Considerato come la loro rivendicazione si basi sulle conseguenze della loro discriminazione, si è praticamente dinnanzi a chi sostiene che qualcuno non debba poter avere un figlio o si farà del male alla sua prole.

Grave è anche il sostenere che i gay potrebbero condizionare l'orientamento sessuale dei bambini, di fatto tornando a proporre la bufala dell'orientamento sessuale in chiave di "scelta" o "patologia". Per sostenere questa ennesima bufala, il giornale ciellono cita Elena Canzi dell'università Statele di Milano, ancora una volta sorvolando su come la responsabilità di ciò che accusano sia loro. Scrivono:

Scrive Elena Canzi nel suo libro: «Come afferma Abbie Goldberg, molti genitori omosessuali preferiscono “che i figli adottino un’identificazione eterosessuale una volta divenuti adulti, perché è più facile”. Una seconda motivazione nasce dal desiderio dei genitori di smentire lo stereotipo secondo cui i genitori omosessuali crescono figli omosessuali. (…) Da parte loro i figli, consapevoli della non facile situazione di vita delle persone omosessuali, tenderebbero anch’essi a non esprimere le loro eventuali difficoltà, in modo da essere giudicati normali e proteggere così i propri genitori. (…) Ne viene così che i figli di genitori omosessuali sono cauti nell’ammettere le difficoltà che pure incontrano, non solo all’esterno, ma anche in famiglia: come ha osservato Garner (2004), a volte i figli descrivono (ai genitori) una realtà diversa da quella che stanno vivendo perché vogliono proteggerli. Un grave onere, che può diventare opprimente durante l’adolescenza. I figli di genitori omosessuali nel loro percorso di costruzione dell’identità sessuale e di genere possono così trovarsi in difficoltà, poiché se eterosessuali si trovano a dover gestire una situazione in contrasto con il modello genitoriale, se omosessuali ne deludono le aspettative. D’altra parte, anche nei confronti dell’ambiente sociale, sentono di dover esibire standard comportamentali d’eccellenza per confermare la “normalità” della loro famiglia e ciò tende a provocare in loro un senso di inadeguatezza».

Insomma, il fatto che Tempi sostenga che i loro genitori siano "sbagliati" e che la loro famiglia valga meno delle altre porterebbe gli adolescenti a cercare di difendere i suoi papà o le sue mamme. Per proprietà transitiva si potrebbe osservare che se la loro famiglia non fosse sotto attacco da parte degli integralisti, la situazione descritta non si verificherebbe.
E se fa ridere il sostenere che l'orientamento sessuale dei genitori possa condizionare i figli (tant'è che la quasi totalità dei gay è nato da genitori eterosessuale), l'articolo di Rodolfo Casadei tenta comunque di sostenere che sia necessario impedire che i bambini possano essere gay (quasi li si ritenesse bambini "sbagliati") asserendo convintamente che l'orientamento sessuale possa essere condizionato.Citando fonti che paiono prese a casaccio, spergiura:

Infine, il tasso di omosessualità fra i figli di omosessuali è più alto della media generale oppure no? È ancora presto per una conclusione definitiva, ma alcuni studi dello stesso gruppo “no harm” fanno pensare di sì. In uno studio di Bos e Goldberg su 77 nuclei familiari di madri lesbiche solo il 64,9 per cento dei ragazzi si dichiarava esclusivamente eterosessuale. Nella ricerca di Kuvalanka e collaboratori che ha coinvolto 30 giovani adulti tra i 18 e i 25 anni che hanno vissuto con almeno una madre lesbica durante l’adolescenza, al momento della raccolta dati 4, cioè il 13,3 per cento, si identificavano come transgender. Walter Schumm (2010) ha estratto le informazioni circa l’orientamento sessuale di 262 figli di genitori omosessuali da dieci testi che raccolgono varie testimonianze sul tema ed è emerso che la percentuale dei ragazzi con orientamento omosessuale presenti in questi testi varia dal 16 al 57 per cento, diversamente dal gruppo di confronto in cui la percentuale si assesta intorno al 10 per cento. Così è, anche se non vi pare.

La tesi è dunque evidente: i gay non devono poter avere figli o l'integralismo farà loro del male. Siamo praticamente alla minaccia.
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