Cascioli insulta gli australiani: «Il popolo bue si è fatto condizionare»


Pare proprio che Riccardo Cascioli stia schiumando di rabbia dopo la strepitosa vittoria del «sì» al referendum australiano sul matrimonio egualitario. Ed è così che sulle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana, il leader integralista se n'è uscito con un articolo tragicomico che tenta di sminuire il risultato elettorale.
Facendo sempre attenzione a scrivere fra virgolette ogni termine si riferisca alle famiglie o ai matrimoni gay, in qual ossessivo tentativo di svuotare le parole dal loro significato se attribuite a quelle persone che sostiene debba essere considerati inferiori a lui, ecco che la sua propaganda esordisce parlando di soldi:

La nazione ha deciso: che i “matrimoni” omosessuali siano legittimi. E’ questo l’esito referendario di una consultazione popolare avvenuta per posta e promossa dal governo australiano. Il referendum postale è iniziato il 12 settembre scorso ed è costato 97 milioni di dollari.

Se il costo è stato dettato proprio da quell'integralismo che ha da sempre impedito un voto politico, curiosamente Cascioli non sottolinea come le associazioni lgbt siano state le prime ad opporsi ad un simile referendum. Nel suo articolo preferisce prendersela con la statistica e con qualunque prelato osi proporre il messaggi do Gesù anziché ideologia integralista:

Una ricerca del prestigioso Pew Research Institute condotta nel 2013 aveva già previsto come sarebbero andate le cose: il 79% degli australiani allora si era detta favorevole all’omosessualità, una delle percentuali più alte al mondo. Pochi giorni prima dell’invio per posta delle schede, l’Istituto di ricerche australiano Newspoll aveva reso pubblici i dati di un sondaggio: il 63% degli australiani avrebbe votato a favore del cosiddetto “matrimonio egualitario”. La nazione della terra dei canguri è stata di parola.
Naturalmente non poteva mancare la figura di un alto prelato omoeretico che si esprime a favore delle “nozze” gay. Mons Bill Wright, vescovo di Matiland-Newcastle, sul settimanale diocesano Aurora così si era espresso ad inizio novembre: "In una società in cui le relazioni omosessuali sono legalizzate e le coppie omosex possono adottare e crescere dei figli è una sorta di anomalia giuridica il fatto che la loro relazione in sé non abbia un chiaro status legale. Per le coppie omosessuali è bene avere un posto nelle strutture riconosciute piuttosto che esserne escluse”. Ha poi aggiunto che in merito al quesito referendario non bisogna domandarsi “se questo sia compatibile con l’insegnamento della Chiesa o un ideale morale, ma se sia una norma pratica efficace per le persone che vivono ora nella nostra società”. Bisognerebbe allora chiedere a Mons Bill Wright quali sono le materie a cui applicare la dottrina morale della Chiesa. Solo ecologia e lotta alla povertà?

A parte gli evidenti insulti rivolti a destra e manca, il riferimento al tema dell'ecologia è una sfumatura poco comprensibile per chi non conoscesse Cascioli. Da anni i suoi giornali si battono per sostenere che gli animali debbano essere ammazzati senza remore e che il clima non necessita di alcuna attenzione. Anzi, propone di aumentare l'inquinamento per sfidare la priduzione cinese a danno della vita e della prospettiva di fururo delle nuove generazioni.
Interessante è anche come Cascioli non prenda neppure in considerazione il tema della laicità. Ammesso e non concesso che il cristianesimo sia solo omofobia e xenofobia così come lui sostiene, inc he modo la sua presunta "fede" dovrebbe limitare e danneggiare la vita altrui?

Sostenendo l'esistenza di un complotto contro chi sostiene che le fantasie sessuali di Cascioli sarebbero benedette da Dio e che quindi debbano comportare privilegi economici, sociali e giuridici assoluti, l'articolo afferma:

L’esito del quesito referendario non ha valore vincolante sul Parlamento, ma solo consultivo. Però il referendum è stato ovviamente promosso per tappare la bocca agli oppositori del same-sex marriage. Ed infatti Malcolm Turnbull, attuale primo ministro, ha promesso che entro Natale verrà varata la legge. Un bel regalo per Gesù Bambino. «Hanno votato sì per l’equità, sì per l’amore – ha dichiarato Turnbull - e ora tocca a noi qui in parlamento darci da fare». Pare che la coalizione di maggioranza sia tutta d’accordo sula necessità di approvare questa legge, meno d’accordo su ogni aspetto particolare da disciplinare.

Se l'articolo è intriso di un vergognoso scherno vero la vita altrui e un costante uso dell'insulto quale strumento di delegittimazione del volere popolare, si arriva a dire che la democrazia sarebbe una stupidaggine e che qualunque oppinione contrasti con la sua debba essere ritenuta contro Dio. Chissà, forse c'è un motivo se va a braccetto con quel Povia e quell'Amato che durante i loro comizi canticchiano tutti felici canzonette dal titolo "Io non sono democratico".
Sostendo di conoscer la verità unica e ultima sulla volontà di Dio, l'articolo prosegue asserendo:

A leggere di quanto è avvenuto in Australia viene da domandarsi: è ancora valido il brocardo latino Vox populi, vox Dei? Forse un tempo, quando il senso comune spesso combaciava con il buon senso, ma non oggi dove è facilissimo orientare le masse verso stereotipi di pensiero preconfezionati e doparle con massicce dosi di menzogne mass-mediatiche. Attualmente, ahinoi, ha ben più valore il detto “il popolo è bue”. Come il mandriano riesce a spingere i buoi in un recinto, così gli abili tecnocrati posso serrarci facilmente nell’angusto recinto del pensiero unico e massificante. Vero è che ogni persona ha il dovere morale di trovare la verità, ma è anche vero che questa medesima persona ha il diritto alla verità. Detto in altri termini, se le condizioni per capire dove sta esattamente il vero e il falso sono fortemente avverse alla retta comprensione della verità, c’è da interrogarsi su quale potrebbe essere realmente il grado di colpa del signor Rossi, o di Mr Smith se ci troviamo in Australia, quando si sono detti favorevoli alle “nozze” gay. Banale a dirsi che maggiore colpa ricade su chi siede nella stanza dei bottoni.

Spiegato che lui sarebbe l'eletto che detiene la verità ultima, è abusando di quella parola che l'integralista spiega si suoi miliziano che:

La verità non può essere messa ai voti, però può essere messo ai voti un giudizio collettivo su una certa condotta, come ad esempio quella omosessuale. In questo senso il referendum australiano chiude il cerchio perché va a vidimare una costruita formazione della coscienza collettiva. Cioè, prima si indottrina un popolo e solo quando si è sicuri che il popolo abbia ben imparato la lezione, lo si interroga, sicuri del buon esito della prova. E’ un modo furbo ed iniquo, nonché autoreferenziale, delle democrazie contemporanee per autovalidarsi, per confermare un consenso fabbricato artificiosamente nei laboratori della politica e dell’informazione di massa. Se l’informazione è a senso unico sorge poi l’interrogativo sulla reale libertà di scelta, la quale può esercitarsi se ci sono più opzioni e se queste sono conosciute da chi deve compiere la scelta. Se mi viene detto che per raggiungere Roma esiste solo una strada, la mia libertà sarà quasi annullata.
E dunque viene da chiedersi: la nazione australiana ha liberamente scelto i “matrimoni” omosex oppure c’è chi ha scelto per lei?

Ed è curioso che a fare l'esempio dell'unica strada che conduce a Roma sia quel tizio che pretende di omologare e conformare l'umanità ad immagine somiglianza della sua vita e famiglia, fomentando odio e persecuzione contro ogni differenza e contro qualunque opinione non faccia parte di quel pensiero unico che lui spaccia per la "verità" volta da Dio. Peccato che si tratti di una falsa-verità decisa a tavolino sulla base della sua convenienza politica, in un uso di Dio che è appare prettamente commerciale e propagandistico secondo schemi non dissimili da quelli con cui il potere soggiogava il popolo nel Medioevo.
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