Dall'altare, la De Mari sostiene che le persone trans sono «una colpa» di «madri stronze» peggio dell'Isis


Il Vangelo do Gesù è roba ormai vecchia. Nella chiesa del Santo Sepolcro di Bagheria, in provincia di Palermo, si preferisce predicare il vangelo secondo Gianfranco Amato. Ma il cavaliere dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro non si accontentato di oscurare l'altare con le sue slide contro Renzi, ha voluto sul palco anche quella sua Silvana De Mari che predica odio contro gay e stranieri.
Durante il suo lungo e noioso intervento, la signora attualmente indagata dalla Procura per promozione dell'odio razziale, ha dichiarato: «Se io dico ad un ragazzino che la sua finalità nella vita è quella di morire facendo il terrorista suicida, come fanno quelli dell'Isis, questo si suicida. A scuola gli chiedono se vuole fare l'astronauta e lui gli dice che vuole fare il suicida. Che bravo! Se voi dite ad un bambino che lui può essere maschio anche se nato femmina, questo inizia a fantasticare».
Negata la verità di come le persone transessuali si identifichino in un modo diverso e spergiurato nel nome del Gesù Cristo inchiodato alle sue spella che è colpa dei genitori se un figlio non ostenta passione per i genitali femminili al pari di Adinolfi, ecco che dal pulpito si passa a insulti vergognosi. La donna inizia  sbraitare: «Avete visto il filmato di quel bambino che a nove anni si truccava. Domanda: dov'è il padre. Quella stronza della madre che dice che dice: "Io non l'ho influenzata". Quanto sei stronza. È colpa tua! Quante volte hai  detto a tuo bambino: "Dov'è tuo padre?". Perché ti che sei madre hai impedito a quel bambino di identificarsi in una figura paterna. Non sei innocente, no, mi spiace. C'è un processo e non puoi nascere maschio se tua madre ti dice che i maschi fanno schifo. Quindi iniziamo a passare ai figli il senso dell'identità».
A quel punto Amato gli passa tutto trafelato una mela, in modo che la signora possa recitare a memoria anche gli slogan integralisti di Alessanro Begnini, ennesima riprova di come l'intera ondata di propaganda omofoba sia coordinata sempre dagli stessi personaggi attraverso quel gioco di specchi che mira a ripetere ossessivamente delle bugie per farle percepire come verità. Ed è con Gianfranco Amato che tutto compiaciuto disegna cerchi in aria che la De Mari cerca di sostenere che non possano mai esistere più verità e che la verità sia sempre una e unica. peccato che nella loro mente quella verità dovrebbe essere decisa dai leader integralisti e non da chi vive le situazioni che loro condannano perché non risultano essere un'esternazione del loro io.
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