Forza Nuova a processo per istigazione all'odio. Ottaviani se la prende col vescovo Regattieri che non ha spalleggiato la sua carnevalata


Sfruttando un cavillo formale Forza Nuova è riuscita a far rimandare l'udienza che li vede indagati per istigazione all'odio in merito ai manifesti funebri con cui, nel settembre del 2016, tappezzarono le vie di Cesena in sfregio alla celebrazione di un'unione civile.
«Se pensano di poterci fermare attaccandosi al nulla di questi trucchetti se lo possono scordare. Arcigay non si fermerà nella sua richiesta di giustizia», assicura la sezione riminese dell'associazione. E di protezione pare ne serva davvero tanta, soprattutto dopo che i militanti del partito neofascista hanno hanno annunciato di aver organizzato pattugliamenti dei loro militanti sugli autobus di linea. In altre parole, nessuno potrà più beneficiare del servizio pubblico senza che un qualche forzanovista pretenda di imporre ile sue regole e la sua xenofobia ai presenti. E se basterebbe anche solo guardare le fotografie pubblicate da Mirco Ottaviani per capire che Rimini sia diventata una meta da evitare (magari andando in vacanza e portando i propri soldi in città in cui non si debba aver paura di restare vittima dei distinguo di persone che sui social network si dichiarano fieramente fasciste), fa riflettere come l'uomo faccia vittimismo sui social network dicendo che persone cattive gli impedirebbero di danneggiare la vita altrui pur di ostentare la sua strenua convinzione di essere superiore agli altri per presunto diritto di nascita.

Scrive il militante neofascista:

Domani martedì 7 novembre, come già tanti hanno appreso dai giornali, si terrà la prima udienza del processo che mi vede imputato per istigazione all'odio di genere. Il reato è quello di aver contestato, attraverso l'affissione di semplici manifestini funebri, il primo matrimonio gay nei comune di Cesena descrivendolo come un'unione contro la ragione e la natura, tutto questo nel completo silenzio invece della comunità ecclesiastica e del vescovo Regattieri.
Se sarò colpevole di aver difeso la nostra civiltà e le nostre tradizioni, colpevole di aver difeso la famiglia naturale come unico cardine della società, colpevole dl aver difeso il diritto di un bambino a crescere con una mamma ed un papà, non potrò che esserne orgoglioso...

E se non ci stupisce che un forzanuvista possa dichiararsi «orgoglioso» di promuovere odio e discriminazione, il tentativo di ricorrere a dei cavilli per sfuggire al processo parrebbero non mostrarcelo così convinto delle sue posizioni. E se sarà divertente in che modo potrà tentare di sostenere dinnanzi al giudice che l'odio sarebbe «una tradizione» o che un fascista sia più «naturale» di una sana famiglia gay, fa un po' pena il costante tentativo di sostenere che loro starebbero proteggendo i pregiudizi per «difendere i bambini». Quegli stessi bambini che loro vogliono siano privati dal diritto di cittadinanza, che loro esigono siano privati dalla protezione contro il bullismo e che vorrebbero privare del diritto alla vita se non conformi al loro volere.
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