Ginefra prende posizione contro i messaggi d'odio di Amato e Povia


Chissà se il parroco avrà concesso la sua chiesa alla propaganda di Gianfranco Amato perché spaventato dalle minacce in cui il leader integralista auspicava lo sgozzamento di qualunque prete non si fosse prestato a promuovere il suo partito. Fatto sta che don Pasquale Amoruoso ha fatto di tutto per invitare i suoi parrocchiani ad assistere al comizio anti-gay e anti-immigrati che Povia e Amato avrebbero tenuto presso la parrocchia di San Giuseppe a Palo del Colle (Bari). Il religioso ha spergiurato che le slide di Amato e le canzoncine razziste di Povia sarebbero state un'occasione per parlare del "tema della famiglia naturale uomo-donna e della teoria del gender devastante per i nostri bambini". Il tutto, ovviamente, a senso unico e contro la dignità delle persone.
Dinnanzi a quell'ennesimo tentativo di reclutamento di miliziani e a quella costante promozione dell'odio omofobico attraverso notizie decontestualizzate se non totalmente mistificate, il deputato Dario Ginefra (Pd) ha invitato le autorità ecclesiastiche e la magistratura a occuparsi del caso: «Sono davvero preoccupato che una persona, una qualsiasi persona, possa scrivere simili bestialità. Figuriamoci un uomo di fede, un pastore. Penso che nessuno possa approfittare della propria posizione per diffondere questo tipo di messaggi di odio verso altri esseri umani. Ritengo che le autorità ecclesiastiche e, forse, perfino quella giudiziaria dovrebbero occuparsene. A mio modesto avviso le sue parole e le sue iniziative vanno ben oltre il diritto dell'esercizio del culto e della libertà di pensiero e di parola».
Dello stesso parere è anche la sezione locale di Sinistra Italiana, la quale rincara: «I cittadini palesi che credono nelle libertà personali, nel rispetto reciproco e nella tolleranza. Devono trovare una risposta ferma e la più ampia possibile per dire no a chi vuole seminare odio e intolleranza nel nostro paese».
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