Gli adonolfiniani calpestano pure la giornata contro la violenza sulle donne


È sotto al nome del partito di Mario Adinolfi che l'integralismo cattolico ha calpestato persino la giornata contro la violenza sulle donne. Come prassi, il loro tentativo è stato quello di banalizzare temi importanti per poi tentare di ricondurre il tema ai loro interessi. E pensare che un momento di riflessione sarebbe potuto essere utile per un gruppo che contesta la parità di genere e propone la sottomissione della donna al marito. Fatto sta che su Twitter hanno preferito lanciare messaggi del tenore di:

Oggi giornata internazionale contro la violenza sulle donne. 50 milioni di bambini uccisi ogni anno nel grembo materno. La metà sono femmine.
A che età diventa “femminicidio”?

Se l'aborto è consentito solo fino alla 12esima settimana e il sesso del bambino è determinato solo dopo tale data, appare evidente il populismo dello slogan e la sua totale incoerenza. Pare infatti che le loro menti non riescano proprio a comprendere che cosa sia il femminicidio.
Eppure non sembra così complicato: se qualcuno uccide una donna in un incidente stradale, quello non è femmimicidio. Se un uomo uccide sua moglie perché non si sottometteva secondo i dogmi della Miriano, quello è femminicidio. Ne consegue, dunque, che un aborto non possa essere femminicidio a meno che non lo si decida in virtù del sesso del nascituro (come avviene in Cina, dove c'è chi vuole solo figli maschi perché la femmina è considerata inferiore e inutile).

A creare il fenomeno del femminicidio è una cultura malata in cui se una donna subisce violenza è perché probabilmente è una poco di buono. Ma se un uomo commette abusi, lo si giustifica dicendo che l'uomo è uomo e ha i suoi bisogni.
In tal quadro, un Adinolfi che difende gli stereotipi di genere, una Miriano per cui la moglie deve sottomettersi al marito o una Silvana De Mari per cui «la vera donna cucina» e non può certo ambire a fare lavori «da maschio» come il pompiere, forse dovrebbero tacere se proprio non vogliono farsi una qualche domanda.
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