Il diktat di Casciuoli: è giusto che ai gay si neghi il diritto alla preghiera


Riccardo Cascioli non tollera l'idea che Dio possa amare i suoi figli. E forse diversamente non potrebbe mai essere, dato che ciò rappresenterebbe una minaccia alla modalità con cui è solito citarlo ossessivamente quale giustificazione ad ogni forma di odio e di discriminazione. Ed è così che se lui pretende che lo si ritenga "cristiano" sulla base della sua opinabile percezione di sé stesso, ai suoi proseliti racconta che sarebbe lecito attaccare il diritto alla libertà religiosa dei gay in nome della sua personalissima e poco condivisibile idea di cosa sarebbe il cristianesimo. Insomma, l'importante è che lui possa decidere si per  sé stesso che per contro degli altri, da vero duce che guida l'italico popolo verso la proclamazione della propria presunta supremazia sul prossimo.

Dalle pagine del suo sito, scrive:

Ieri presso l’Auditorium del Centro Sociale di Salerno si è organizzato un momento di preghiera per omosessuali, transessuali e divorziati che si dichiarano cattolici. Il titolo dell’evento era “Il cantico degli esclusi”. Dato che a tutti i sacerdoti della zona questo momento di preghiera è apparso inopportuno perché strumentale a sdoganare l’omosessualità in casa cattolica, gli organizzatori non hanno trovato nemmeno un prete che guidasse il momento di preghiera. E così hanno ripiegato su un sacerdote anglicano, Giovanni La Rosa, il quale ha accettato perché –così ha detto– le persone si accolgono senza se e senza ma.

Sostenuto che la totalità dei preti cattolici sarebbe omofoba e che la totalità di loro sosterebbe che Dio sia un qualcosa che dev'essere riservato solo a chi ostenta un'erezione dinanzi ad un paio di tette, fa rabbrividire con quale tono dispregiativo denigri i sacerdoti anglicani.. Nulla di  nuovo davanti ad un idolatra della cultura dell razza, patologicamente impegnato nella promozione dell'odio e della diffamazione contro chiunque non sia fatto a sua immagine e somiglianza.

L'articolo prosegue poi asserendo:

L’anima dell’iniziativa è stato il sig. Pasquale Petrosino il quale ha dichiarato: “Facevo formazione, catechesi, servivo la Santa Messa, avevo avviato un percorso per il diaconato permanente ma quando a 31 anni ho dichiarato la mia omosessualità si sono chiuse le porte. In Chiesa sono stato accolto – ed è stato un abbraccio sincero – ma mi è stata negata la partecipazione attiva. Non vogliamo alzare muri, vogliamo invitare al dialogo, alla riflessione, all’inclusione”.
Petrosino senza saperlo ha elogiato la condotta di quei sacerdoti che da una parte, seguendo le indicazioni della Chiesa cattolica, per il bene suo e dei fedeli non hanno potuto che impedirgli di assumere alcune cariche nella pastorale parrocchiale, ma su altro fronte non lo hanno messo alla porta ma lo hanno accolto a braccia aperte.

Sostenendo che il bravo prete deve costruire muri e barriere per cacciare dalla partecipazione attiva nella chiesa chiunque non si porti a letto una femmina (meglio se sottomessa), Cascioli pare volersi vantare pure  di come i suoi distinguo e la sue pretese di omologazione del  creato servano ad allontanare da Gesù chiunque non rinneghi i Vangeli per abbracciare i suoi distinguo. E c'è da aver paura dinnanzi all'imbarazzante silenzio del Vaticano mentre questa gente cerca di tramutare una religione in una setta con selezione all'ingresso.
Curioso, però, che si possano leggere e rileggere i Vangeli, ma da nessuna parte si trova un passaggio in cui Gesù avrebbe detto che a seguilo dovessero essere solo gli uomini che avessero dato prova di provare eccitazione sessuale dinnanzi ad una donna.
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