L'Egitto sta usando Grindr per arrestare i gay. E un deputato propone la criminalizzazione dell'omosessualità


Cresce la ferocia omofoba che ha investito l'Egitto. Mentre le autorità hanno prolungato la detenzione dei ragazzi arrestati per aver sventolato una bandiera arcobaleno ad un concerto, giunge notizia che la polizia egiziana starebbe utilizzando Grindr per individuare ed arrestare i gay.
La denuncia è di Dalia Abdel-Hameed che, dalle pagine del quotidiano The Age, illustra la nuova strategia delle autorità per mettere in atto un vero e proprio rastrellamento dei componenti della comunità lgbt.
«Le persone vivono nella paura e nella persecuzione. Questa è indubbiamente la più grande crisi a cui abbiamo mai assistito», spiega.
È infatti da circa un mese che il governo egiziano ha intensificato i suoi raid a danno della comunità lgbt. E se ciò non bastasse, settimana scorsa il deputato Riyad Abdel Sattar ha presentato una proposta di legge per rendere illegale l'omosessualità (anche in assenza di rapporti sessuali) proponendo da uno a tre anni di carcere per chiunque sia ritenuto "colpevole" di essere gay.
Nel disperato tentativo di contrastare il rastrellamento delle autorità, Grindr e Hornet stanno diramando avvisi di sicurezza in arabo con cui mettere in guardia gli utenti sulle nuove strategie di identificazione ideate dalla polizia morale. Ma resta il danno provocato da un governo che sta impedendo qualunque possibile incontro online a chi vive in un Paese dove è praticamente impensabile poter essere dichiarati o sperare di incontrare qualcuno nella vita di tutti i giorni. Ed un attacco alla libertà di relazione equivale al tentativo di negare la vita ad un intero gruppo sociale. Il tutto, come sempre, in nome dei distinguo teorizzati dai leader integralisti.
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