Omofobia a Cattolica. Insulti e danni allo scooter da parte pdei condomini perché lesbiche


Insultate perché lesbiche. È capitato a Cattolica, dove il loro scooter è stato danneggiato dopo che i condomini hanno scoperto che Beatrice e Elena sono compagne. È solo l'ennesimo caso di omofobia registrato in un paese in cui alcuni gruppi politici sono in prima fila nel patrocinare e fomentare isteria e odio contro le minoranze.
«L'omofobia sarà sconfitta quando tutte le persone cominceranno a denunciare le grandi e piccole discriminazioni quotidiane che subiscono. Un grande applauso a queste ragazze di Cattolica per la loro voglia di riscatto». Così il presidente di Arcigay Rimini "Alan Turing" ringrazia le due ragazze che hanno deciso di rendere pubblica la violenza subita, in quel clima dove Il Giornale o siti di estrema destra come La Nuova Bussola Quotidiana spergiurano che l'omofobia non esisterebbe e che sia fondamentale impedire qualunque legge possa offrire protezione giuridica alle vittime della loro persecuzione.
E d'altra parte nei fatti c'è proprio quello che loro stanno creando: un messaggio distorto che, nel nome di Dio permetta a qualunque violento di poter danneggiare la vita del prossimo pur di proclamarsi più "ariano" e legittimato a vomitare disprezzo contro qualunque opera di Dio non rispecchi il loro io quale massima espressione della creazione. In fondo lo dice sempre anche Adinolfi: Dio ha sbagliato a creare quei gay che non sono belli, bravi, intelligenti e ultra-cattolici quanto lo è lui nel predicare xenofobia, stessimo e misoginia a danno del prossimo.
«Ogni giorno persone LGBT devono affrontare queste piccole e grandi angherie, offese sparate alle spalle, ripicche e danneggiamenti solo in quanto gay o lesbiche. Quella che pare una banale lite condominiale è invece un sintomo di un male che è ancora profondamente radicato nella società, di quell'omofobia malvagia che ogni giorno dobbiamo fronteggiare», aggiunge Marco Tonti. «Da parte di Arcigay Rimini diamo il pieno sostegno alla querela sporta dall'avvocata Agnese Canfora per conto delle due protagoniste e quando sarà il momento ci costituiremo parte civile. Il loro gesto è importante perché per un episodio che viene denunciato ce ne sono migliaia, spesso purtroppo anche molto più gravi, che vengono taciuti e subiti, dandola vinta agli omofobi di turno. C'è mancato poco anche in questo caso, le due ragazzi infatti si erano già convinte a cambiare casa, ma fortunatamente un'altra condomina le ha sostenute e le ha convinte a resistere e anzi a denunciare. La dimostrazione che esistono persone sane e nobili che spontaneamente prendono le difese delle persone discriminate, e speriamo che seguendo questo esempio saranno sempre di più».
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