Silvana De Mari: «Una donna vera cucina. I genitori sono felici se loro figlio gli dice che ha messo il pene nella vagina di una donna»


«Ma se vostro figlio vi dice: Ho messo il pene nel corpo di una donna e ho generato un figlio, invece di far giocare gli uomini con l'ultimo pezzo del tubo digerente, voi non siete felici?!». È questo il tenore delle affermazioni che hanno caratterizzato il comizio di disinformazione ospitato da un dirigente scolastico di San Zenone all'interno di spazi pubblici offerti alla propaganda di Silvana De Mari e Luca Di Tolve.
E naturalmente non è mancata neppure una buona dose di misoginia, con la signora De Mari che non si è astenuta neppure dal fare battutine sugli spot dei Sofficini e sulle lasagne perché «una donna vera cucina».
Appreso così che il maschio dovrebbe ingravidare ogni femmina che vede per far contento papà, ancora una volta emerge l'ideologia di un gruppo d'odio che ribadisce la propria convinzione riguardo al fatto che un genitore debba poter decidere come debbano essere i suoi figli, ignorando completamente l'identità e i diritti del minore se in contrasto con il loro desiderio di tramutarli in una proiezione di sé stessi.
Quando Filippo Savare racconta ai suoi miliziani che è doveroso esigere che la scuola non educhi i loro figli al rispetto, pare abbastanza evidente che la sua rivendicazione mira a sostenere che se lui è omofobo ed odia i gay, allora deve poter esigere che suo figlio sia come lui. Per personaggi simili sarebbe lui intollerabile pensare che la prole non veda nella su ideologia una verità di fede o che osi maturare un pensiero autonomo che non non lo renda un'ombra del padre.
E la tesi pare assai condivisa nel mondo integralista, tant'è che anche Gianfranco Amato nei suoi comizi descrive la famiglia come un gruppo sociale in cui l'uomo è il «capofamiglia» e dove moglie e figli «ubbidiscono». Nello spot omofobo di Provita, la femmina tornava tutta trafelata a casa, si occupava dei figli ma poi si presentava dinnanzi al maschio (ovviamente comodamente seduto sulla poltrona a leggersi il giornale) per chiedergli di prendere le decisioni che contavano.
E anche sul sessismo si sfonda un portone aperto, tra quella Miriano che vuole essere una «moglie sottomessa» o quel Luca Di Tolve che, durante i suoi convegni per "guarire" i gay, dice  che «Dio ha creato la donna per l'uomo e non l'uomo per la donna». Sarebbe dunque per "volere divino" che bisogna "difendere i bambini" raccontando loro che è Gesù a stabilire che l'uomo sia superiore alla donna e che sia fondamentale impedire dignità a quelle coppie in cui non  il possesso di un pene a stabilire i ruoli.
Insomma, siamo dinnanzi all'ostentazione di un nuovo nazismo in cui non c'è spazio per l'amore ma l'uomo è tramutato in una fantomatica razza da riproduzione. Il matrimonio serve a infarcire di sperma la vagina di una femmina sottomessa, i figli servono come cavie da indottrinare e da opporre  alle altre religioni, la finalità è la predicazione di una presunta supremazia. In tutto ciò non è contemplata nessuna forma d'amore.
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