Austria, la Corte Costituzionale introduce il matrimonio egualitario


La Corte Costituzionale austriaca ha accolto il ricorso presentato da due donne, unite civilmente, che si erano viste negare il diritto di potersi sposare ed ha sentenziato l'incostituzionalità e il conseguente decadimento della legge che riservava l'accesso al matrimonio solo alle coppie formate da un uomo e una donna. La decisione avrà validità a partire dal 31 dicembre 2018.
L'Alta Corte ha ritenuto che l'esistenza di istituti separati (matrimonio per le coppie eterosessuali e unione domestica registrata per le coppie gay) fosse discriminatorio in quanto i due istituti giuridici possono anche essere simili, ma non potranno mai essere equivalenti in tutto e per tutto.
La Corte ha anche sancito l'apertura delle unioni civili alle coppie eterosessuali. In altre parole, ogni singolo cittadino austriaco dovrà poter decidere se sposarsi o unirsi civilmente senza che sia il suo orientamento sessuale a dover imporre una scelta sull'altra.

Prevedibile era la controffensiva già messa in campo dalla Chiesa cattolica. Il cardinale di Vienna e presidente dei vescovi austriaci, Christoph Schönborn, ha condannato la sentenza, sostenendo che «Negando l’unicità e quindi lo status giuridico speciale del matrimonio, che si basa sulla diversità dei sessi, la Corte nega la realtà». Auspicando che il lungo periodo che dovrà intercorrere prima dell'entrata in vigore della sentenza possa permette di escogitare un qualche trucchetto che possa garantire il proseguo della discriminazione delle famiglie gay, il cardinale ha attaccato la Corte sostenendo che «non rende alcun servizio alla società e alla fine danneggia tutti, anche quelli che vuole proteggere e che devono anche essere protetti».
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