Bambini si cimentano in un fenomeno virale visto in rete, la preside chiama l’esorcista


Il Charlie Challenge è un fenomeno diventato virale grazie a Youtube e ai social network. Si prende un foglio e lo si divide in quattro quadranti: su due quadranti si scrive un «sì», sugli altri due un «no». Poi si prendono due matite e le si sistemano al centro della griglia in modo formare una croce. Si passa così ad evocare il fantasma di Charlie, un bambino che si sarebbe tolto la vita a soli 10 anni. Ponendogli domande sul proprio futuro, lui risponderà con un "Sì"o con "No" spostando la matita.

È dunque un'emulazione di quel gioco quello in cui si erano cimentati alcuni studenti della scuola primaria Telesio di Reggio Calabria, tutti in età compresa tra i 9 e gli 11 anni. Eppure la preside ha percepito tutto quello come un atto demoniaco ed ha ritenuto di dover chiamare un esorcista.
A presentarsi in classe è stato don Piero Catalano, discepolo di don Gabriele Amorth, che al Corriere della sera ha raccontato: «La preside ci ha chiamati dicendo che una maestra era entrata in classe e aveva notato delle matite che si muovevano da sole. Ci ha chiesto consiglio su cosa fare e come comportarsi. Così siamo andati a scuola e abbiamo parlato con le insegnanti e informato sui pericoli di questi riti satanici. Perché con il diavolo non si scherza».
Dinnanzi alla stampa la preside ha parlato di «un incontro informativo e di prevenzione sui rischi della rete e delle nuove tecnologie», anche se è stata proprio una delle insegnanti presenti ad osservare: «Di web e internet non se ne è parlato. Piuttosto è stato un lungo incontro su satanismo, esorcismi, fattucchiere e maghi grazie ai quali, ha spiegato il prete, molti raggiungerebbero il potere o conquisterebbero la persona amata».

Trattandosi di una scuola, forse sarebbe stato più opportuno spiegare agli alunni che non c'è alcun demone dietro quella matita che si muove, ma un semplice fenomeno fisco. Come illustrato dall'Indipendent, la chiave di tutto è la forza gravità: la matita si muove a seconda di com'è posizionata in bilico sull'altra. Conta anche la conformazione del tavolo ed eventuali pendenze, così come un semplice respiro potrebbe essere determinante a comprometterne il delicato equilibrio.
Possiamo quindi rassicurare la preside sul fatto che la matita non si muoveva «da sola» e che non c'è alcun demone che infesta le sue aule: esiste la scienza ed è la scienza quella che si dovrebbe insegnare nelle suole, anche se pare che a Reggio Calabria si preferisca disquisire di come basterebbe rivolgersi al demonio perché Brand Pitt si possa innamorare istantaneamente di noi...
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