Il sindaco leghista di Gallarate nega il patrocinio al Varese Pride


Una certa parte politica è attivissima nel tentare si legittimare ogni più perversa forma d'odio, quasi come se quella gente non si vergognasse di raccattare voti promettendo che loro garantiranno piena libertà di odiare i migranti, i gay o quegli straccioni a cui il sindaco crostino di Como ha provveduto a sequestrare i cartoni che venivano usati per ripararsi dal freddo.
In una politica dove nessuno prova a fornire soluzioni, c'è chi vive promettendo che grazie a loro qualcuno starà peggio di come avrebbe potuto stare. Il pretesto è il sostenere che tutto sarebbe "libertà di opinione" e chi vive odiando il prossimo meriterebbe di essere  messo sullo stesso piano di chi rivendica dei diritti civili da troppo tempo negati.
Parafrasando quell'atteggiamento, dovremmo sostenere che dinnanzi ad un ebreo che chiedeva di non essere ucciso nei capi di sterminio, le istituzioni avrebbero dovuto garantire il rispetto di chi si diceva favorevole ad Auschwitz.Oppure chi sostiene la supremazia dei bianchi dovrebbe avere lo stessa dignità sociale di Martin Luther King...

Capita così che il sindaco di Gallarate, il leghista Andrea Cassani, ha annunciato che non patrocinerà il Varese Pride dato che la manifestazione non farebbe parte degli obiettivi del suo comune.
«Dopo aver rifiutato di celebrare le unioni civili e dopo aver ignorato la nostra richiesta di adesione alla giornata contro l’omo-bi-transfobia –scrive il presidente di Arcigay Varese– il sindaco Cassani continua con il suo comportamento di intolleranza nei confronti delle persone LGBTI+». «Il sindaco dice di non avere problemi con le persone omosessuali, ma continua a rifiutare o a ignorare qualunque iniziativa che possa aiutare a combattere le discriminazioni verso le persone LGBTI».
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