L'appello di Gandolfini: «Mattarella non firmi la legge sul Biotestamento»


Il sedicente "cattolico" deve essere esonerato dal rispetto dalle leggi dello stato quando agisce a danno dei diritti civili di chi non è allineato alla sua presunta "morale". È questa la rivendicazione mossa da Massimo Gandolfini contro la legge sul Biotestamento.
Convinto che la vita altrui valga meno delle sue pretese, l'integralista si è appellato a Mattarella perché tuteli il buisness delle cliniche cattoliche e permetta loro di imporre lucrose terapie in grado di prolungare l'agonia a chi chiede di essere lasciato morire secondo natura. Ancora una volta, come già accaduto in occasione delle unioni civili, la parola chiave è una fantomatica "obiezione di coscienza" che dovrebbe anteporre le sue pretese alla volontà di chi dovrà subirle.
Una vera e propria prassi per quel suo comitato che non ha alcuna rivendicazione per sé stesso, ma vive sul tentare impedire che gli altri possano avere i loro stessi diritti. In fondo se non vogliono i matrimoni gay gli sarebbe bastato non sposare un gay, così come se non vogliono le Dat gli sarebbe bastato non sottoscriverle... eppure loro pretendono che quei diritti siano negati agli altri perché estranei al loro interesse e reputati una minaccia al potere temporale di un integralismo che da secoli fattura sulla speculazione a danno della vita altrui.

La lettera inviata al Quirinale vanta le firme di personaggi ed organizzazioni note per le loro posizioni integraliste: Mauro Ronco quale presidente del Centro studi Livatino, Massimo Gandolfini, monsignor Massimo Angelelli dell'Ufficio Pastorale Sanitaria della CEI, padre Virginio Bebber quale presidente dell'Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari, Filippo Boscia dell'Associazione Italiana Medici Cattolici, Aldo Bova del Nazionale Forum Associazioni Sanitarie Cattoliche e Francesco Bellino della Società Italiana Bioetica e Comitati Etici. Citando sé stessi quale "prova" a sostegno delle loro rivendicazioni, affermano:

Nella convinzione che tali norme configgono con più disposizioni della Costituzione italiana nella lettera si sottolinea in particolare il pregiudizio che l'applicazione delle d.a.t. reca agli Istituti sanitari religiosi. Si richiama in proposito quanto affermato Il 12 giugno 2017, nel corso dell'audizione al Senato dei rappresentanti del CSL e del CDNF, dalla relatrice del disegno di legge e presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, sen. Emilia De Biasi: a fronte delle preoccupazioni per l'assenza nel testo di una disciplina dell'obiezione di coscienza, ovvero di una esenzione delle strutture sanitarie di ispirazione religiosa, ella ha detto che le controversie sarebbero state risolte davanti alla Corte costituzionale. E comunque nell'ipotesi di conflitti la soluzione sarebbe stata togliere "le convenzioni" agli enti ospedalieri d'ispirazione cattolica".
La perdita dell'accreditamento avrebbe come effetto "di impedire tout court l'operatività di realtà come la Fondazione Policlinico A.Gemelli, l'Ospedale pediatrico Bambin Gesù, l'Ospedale Fatebenfratelli, l'Ospedale Cristo Re, il Campus Bio-Medico, l'Associazione la Nostra famiglia, la Fondazione Poliambulanza, la Fondazione Maugeri, la Casa di Sollievo della Sofferenza di S. Giovanni Rotondo, e le altre 100 strutture analoghe esistenti sul territorio nazionale. Una simile conclusione si pone in contrasto con l'articolo 7 della Carta, e con gli Accordi concordatari che quella norma recepisce.

Insomma, prima vengono gli affari e poi i diritti umani. Quindi se un istituto dice che un malato non deve avere voce in capitolo sulle scelte che lo riguardano, lo stato dovrebbe pure garantire il finanziamento pubblico di qualunque tortura vigliano infliggergli contro la sua volontà.

Ricapitolando, dunque, le attuale priorità di quei gruppi che si definiscono "cristiani" sono: la promozione dell'ultra destra, la privazione dalla pari dignità per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, il mancato riconoscimento della dignità delle famiglie gay, il contrasto alla lotta al sessismo nelle scuole, la promozione della violenza di genere, la promozione della transofobia, la decriminalizzazione della fake news, il riconoscimento dell'odio quale "lecita opinione", il contrasto all'accoglienza dei profughi, la privazione del diritto di scelta riguardo alla propria salute. Curioso, loro leggono «ero forestiero e mi avete ospitato» e ne deducono che Dio non voglia lo Ius soli, leggono «amano il prossimo tuo come te stesso» e dicono fosse un invito alla difesa dei discorsi d'odio.
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