Le Sentinelle in piedi dichiarano di temere che una legge contro le fake-news possa danneggiarle


Le Sentinelle in Piedi sostengono esista una «dittatura» che impedisca loro di poter fare ciò che vogliano a danno di chi vogliono. Il piagnisteo è stato affidato ad un video propagandistico in cui un oratore si paragona ai deportati di Auschwit, raccontando ad un numero sempre più esiguo di partecipanti che:

Eichmann, il gerarca nazista, disse al suo processo che l'uccisione dei non produttivi nei campi di concentramento non era una questione politica ma medica. In effetti non c'era un politico a decidere chi dovesse erre inviato nei campi di concentramento perché, almeno all'inizio, questa sorte toccava solo ai malati, C'era una valutazione medica fatta da un funzionario che a sua volta si rifaceva ad un regolamento, quindi nessuno si poteva sentire responsabile. Un po' come ci succede oggi. Noi ci troviamo qui per la decisione di qualcuno che ai piani alti ha deciso che chiunque può manifestare in qualunque piazza bresciana, perfino in piazza Loggia, tranne che le Sentinelle in piedi. E tramite un pezzo di carta chiamato prescrizione, qualche funzionario ha eseguito l'ordine di qualche superiore, che in virtù di qualche regolamento, ha deciso di mandarci qui. E tutto sembra regolare solo perché è legale.

Se sinceramente non pare che i toni fossero quelli quando la procura ha confinato in piazze ancor più anguste chi la pensava diversamente da loro, l'impressione è che nella loro bocca le parole e la verità storica perdano il loro significato dinnanzi a paragoni tanto azzardati quanto offensivi. Le immagini non paiono infatti mostrarci integralisti con evidenti segni di tortura sui loro copri o con il numero di matricola tatuato sul braccio, cosa che invece subirono quei gay contro cui oggi loro manifestano.

Una volta sostenuto che la procura fascista di un regime totalitario li avrebbe deportati in una piazza in cui i passanti non avrebbero potuto assaporare la loro ostentazione di odio contro le minoranze, l'oratore si è messo a raccontare che sia fondamentale temere una legge contro le fake-news:

Pensate che cosa accadrebbe se passassero le leggi sulle fake-news attualmente presenti in parlamento. Saprete a chi spetterebbe il compito di giudicare se una notizia è falsa? Non ad un giudice che possa valutare in un regolare processo la corrispondenza ai fatti di quanto raccontato nella notizia. Non alla magistratura, bensì ad una autorità di controllo. Tradotto in italiano, significa che in un qualche ufficio ci saranno dei funzionari che decideranno quali notizie considerare vere e quali false. [...] Attraverso questa legge noi saremo privati del diritto costituzionale a dire la nostra opinione. Se faremo ricorso, avremo abbastanza soldi per far valere i nostri diritti sul potente di turno o ridotti al lastrico dovremo ritirare la nostra opinione?

Se pare folle il loro sostenere che bisognerebbe mettere in piedi un processo per ogni singola bufala venga pubblicata in rete, ancor più assurdo è come vogliano cercare di sostenere che si sarebbe dinnanzi ad «una opinione».
Il termine "fake news" indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici nel deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione tradizionali o via Internet. L'opinione è invece l'interpretazione di un fatto o la formulazione di un giudizio in corrispondenza di un criterio soggettivo e personale.
Vien da è che il sostenere che le Sentinelle in piedi siano blasfeme e violente è da intendersi come una lecita opinione, il raccontare una qualche balla per diffamarle e fomentare odio contro di loro sarebbe una fake-news non altrettanto lecita. Se ci vuole una gran faccia tosta a sostenere che la Costituzione garantirebbe il diritto di andare in giro a raccontare bufale, fa riflettere come il gruppo integralista di dica preoccupato all'idea che un organo di garanzia possa valutare la veridicità dei fatti dichiarati.E questa nell'evidenza di come un'opinione sia sempre lecita al contrario della disinformazione o della creazione di falsi fatti di cronaca che servono a fomentare odio e isteria nella popolazione.

A concederci qualche altra risata è il passaggio del discorso in cui il vittimismo e il complottismo integralista spingono l'oratore a dichiarare:

Oggi hanno deciso di spostare la nostra veglia in questa piazza. Un domani non troppo lontano saranno magari quegli stessi agenti che oggi sono qui, e che si sentono la coscienza pulita perché hanno obbedito a degli ordini, a venirci a prendere nelle nostre case a causa delle nostre idee.

Buffo, anche perché poi spiegano come le loro "idee" sarebbero limitate alla pretesa di poter entrare a gamba tesa nella vita altrui, pretendendo di poter discriminare chiunque non si uniformi al loro volere o non corrisponda ai loro stereotipi. Di fatto, dunque, pare proprio quelli che vogliono andare di casa in casa ad interessarsi di ciò che la gente fa nel proprio letto siano proprio loro.
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