L'estrema destra insorge contro il Biotestamento e la libertà di scelta


È tangibile l'ira degli ultracattolici dinnanzi ad una legge che garantirà la libertà di scelta ai cittadini anche contro il volere dei vescovi.
«Introduce l’eutanasia, cancella l’obiezione di coscienza dei medici, obbliga qualsiasi struttura pubblica o privata a obbedire a un editto statalista e a tratti stalinista: questo è la legge sul fine vita» ha dichiarato Maurizio Gasparri, forse dimenticandosi che quella a cui verrà dato seguito è semplicemente il volere della persona interessata.
Non va meglio con un Carlo Giovanardi pronto a dichiarare: «Con questa legge quanti casi Eluana Englaro avremo e quanti minori potranno essere lasciati morire negando loro idratazione e alimentazione?». E Gaetano Quagliariello ha aggiunto: «il prossimo governo di centrodestra abolirà questa legge che rappresenta la via italiana all’eutanasia».
Francesco Storace e sostiene si tratti di «una legge per morire» e che «già c’era una legge per abortire. Attendiamo ora una legge per vivere e una per convincere a nascere». Parole a cui fa eco l'integralista Adinolfi: «Gli italiani sanno che firmando le Disposizioni anticipate di trattamento firmerebbero la loro condanna a morte. E vedrete che non le firmeranno».
E il punto è proprio quello: a nessuno verrà chiesto di firmare i DAT, semplicemente si rispetterà la volontà di chi ha deciso di sottoscriverle per dare chiare indicazioni sulla sua volontà. Gli altri potranno tranquillamente continuare ad affidarsi alle decisioni altrui, subendo anche gli eventuali accanimenti terapeutici con ui medico potrà cercare di prolungare il più a lungo l'agonia contro una morte naturale.
Dinnanzi ad un DJ Fabo era stato esplicito nel dire che lui si sarebbe suicidato da solo se solo non fosse stato paralizzato, Adinolfi sbraita come un indemoniato che si sarebbe dovuto approfittare di quella disabilità per imporgli il suo volere. E il bello è che poi va pure in giro a dire che lui sarebbe "cristiano"...

_________
Nella foto: gli ultracattolici di Ora et labora, già promotori dei comizi di Silvana De Mari ed organizzatori di messe contro i gay, protestano fuori dalla Corte d'Assise di Milano dove si sta svolgendo il processo a Marco Cappato per l'aiuto dato a Dj Fabo.
1 commento