Preferisce dimettersi piuttosto che collaborare al contrasto dell'intolleranza


Ha preferito dimettersi piuttosto che collaborare al contrasto dell'intolleranza. Claudio Valmori, ex-Udc, presidente dell’associazione “La tua Faenza” e capo dell’omonima lista civica, ha presentato le sue dimissioni in polemica con consigliere che ha osato votare a favore di un ordine del giorno contro ogni discriminazione di genere e orientamento sessuale. Un voto di coscienza che risultava in contrasto con le indicazioni impartite dal suo capo, motivo per qui qualche integralista avrà iniziato a dire che hanno dunque ragione Povia e il "generale" Amato a dire che la democrazia è sbagliata se un uomo non può manco imporre il suo volere esigendo che gli eletti rispondano a lui e non alla gente.
La mozione è stata approvata con 20 voti a favore e un solo voto contrario, quello di Tiziano Cericola (un uomo eletto con Rinnovare Faenza ed ora passato nel Popolo della famiglia di Mario Adinolfi che si trova ad essere rappresentato anche senza la scocciatura di dover passare da inutili elezioni democratiche).

Il sindaco, Giovanni Malpezzi, ha commentato: «Se è vero che le discriminazioni di qualsiasi natura, comprese quelle legate agli orientamenti sessuali, sono una piaga che non possiamo più permetterci di sottovalutare, a differenza di Valmori penso che il voto del consiglio comunale sia stata un’alta espressione di civiltà. A maggior ragione necessaria dopo i recenti e intollerabili episodi di omofobia registrati anche a Faenza, che non potevano non chiamare in causa le istituzioni per un impegno fermo e senza ambiguità».

A difendere l'odio omofobico è invece Jorick Bernardi, ex-Forza Italia che oggi milita nel Popolo della Famiglia. Insieme all'integralista Mirko De Carli, lamenta che è folle occuparsi di quei gay che vengono picchiati se si può trascorrere il proprio tempo a tentare di ridefinire la famiglia in unq chiave ideologica che si basi sul sostenere che si tratterebbe di una formazione "naturale" solo se ci si riferisce ad Adinolfi e le due die mogli o a Salvini, le sue fidanzate e l'ex moglie che non è madre della figlia. I due affermano: «Nel Consiglio Comunale di Faenza del 27 novembre 2017 il Gruppo Consiliare PD ha presentato un ordine del giorno a sostegno anche del D.D.L Scalfarotto contro l’omo-transfobia (e la bifobia l’hanno dimenticata?) e per impegnare il Sindaco e la Giunta, tra l’altro, a discutere le modalità di applicazione delle linee proposte nella strategia pubblicata dall’UNAR nel 2013, per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. Già, a questo punto, ci viene da chiederci: ma quanti faentini avranno capito di cosa si tratta? Ma quanti faentini ritengono che questo sia un argomento così importante per la città e per l’Italia? Esito del voto: 20 favorevoli e 1 contrario, il Consigliere Tiziano Cericola». Insomma, oltre a vantarsi per aver contribuito alla violenza omofoba, deridono pure il fenomeno con un'arroganza molto grave.
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