È Massimo Gandolfini ad aggiudicarsi i microfoni di Radio Maria per la sua propaganda elettorale


Mario Adinolfi colleziona l'ennesimo smacco da parte della sua gente. Pare infatti che Padre Livio Fanzaga abbia preferito Gandolfini a lui e che sarà proprio il leader dello schieramento politico antagonista a gestire un appuntamento settimanale su Radio Maria durante il periodo elettorale. Un duro colpo per il partito di Mario Adinolfi, al quale verrà dunque sottratta un'importante possibilità di poter fare propaganda omofoba e xenofoba mediante l'abuso del sentimento religioso di chi ascolta la sedicente radio cattolica.
In quella loro gara alla ridefinizione della famiglia mediante l'introduzione di distinguo e discriminazioni di chiaro stampo fascista, Fanzaga non sponsorizzerà dunque il divorziato che vuole vietare il divorzio, né il tizio che dice che in una visione mistica la Madonna lo abbia nominato "generale" del suo esercito, ma a loro preferita quel tale che va in giro a raccontare che il sesso è procreazione anche se il rapporto tra lui e sua moglie è in tutto e per tutto sterile. Non solo. Quel tale inviterà pure ad affidare la ridefinizione della "famiglia tradizionale" ad una donna che non ha sposato il padre di sua figlia, al razzista che colleziona compagne e figlie nate fuori dal matrimonio e all'indagato per prostituzione minorile che frequentava le Olgettine. Il tutto dopo aver strappato la promessa di una repentina abolizione delle unioni civili alla ultra-cattolica che partecipa ai comizi dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus contro la libertà delle donne nonostante fosse l'autrice di un libro che spiegava come abortire in casa quale difesa al proibizionismo di stato degli anni settanta.
Buffo che a volersi appropriare della parola "famiglia" e a promettere una fantomatica "difesa della famiglia tradizionale" siano tutti personaggi che non hanno certo una famiglia tradizionale, ma evidentemente pensano che il loro elettore sia sufficientemente stupido da non porsi domande dinnanzi a tali incongruenze. In fin dei conti si parla pur sempre di una politica che pare non provare vergogna neppure nel ricandidare come capolista al Senato in tre collegi plurinominali lombardi per Noi con l'Italia quel Roberto Formigoni che è stato condannato in primo grado nel processo Maugeri e che è stato rinviato a giudizio per un altro caso di tangenti nella sanità. Anche lui ama raccontare che sarebbe Dio a volere maschi che ingravidano femmine, peccato lui non abbia né figli né moglie (ha un coinquilino).
Tutto ciò pare portarci ad una sudditanza ai vescovi con avvoltoi che sarebbero pronti a tutto pur di poter attingere al loro bacino elettorale, magari rinnegando pure le loro stesse famiglie se sanno che ciò danneggerà altri in quel l'impunità che vige per chi li serve fedelmente. Si pensi anche solo a come il cardinal Cafarra dispensasse condanne contro i divorziati, ma poi taceva dinnanzi al divorziato Adinolfi in virtù di come quel fondamentalista potesse contribuire alla sua promozione dell'odio omofobico. In fondo si sa che ad abbaiare sono soprattutto quelli che hanno tanti scheletri nell'armadio.
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