Gianfranco Amato inizia a raccontare ai suoi proseliti che la Lega impersonifica la risposta al loro odio


È attraverso le sue pagine di propaganda che Gianfranco Amato dice di aver "casualmente" incontrato Roberto Maroni in uno die suoi gazebo e che quel "fortuito" incontro gli abbia offerto la possibilità di lodarlo quale uomo di Dio che sicuramente saprà garantire la persecuzione dei gay e la costruzione di grosse mura che tengano la feccia straniera fuori dai sacri confini dell'italica Patria.
Non manca neppure una lode di come Maroni sostenga che il battersi per i diritti di qualcuno dovrebbe essere equiparato a chi si batte contro i diritti di altri.
Parlando di «coraggiose iniziative», «coraggiose decisioni» e «coraggiose rinunce», Amato si affretta a sostenere che Roberto Maroni sarebbe il candidato perfetto per o suoi proseliti, lodando come abbia inviato il gonfalone della sua Regione ad un evento integralista contro le famiglie di parte dei cittadini o di come la sua Cappellini abbia messo cartelloni che inneggiavano al presunto "diritto" dei genitori di poter infliggere atroci sofferenze ai propri figli. Peccato non paia esserci nulla di così «coraggioso» in chi si affida alla corrente per compiacere qualunque pregiudizio possa portargli un guadagno elettorale.

Ma se l'articolo in sé appare come un guazzabuglio di banalità, ben più interessante è come Gianfranco Amato stia incominciando a trasmettere il messaggio che il suo Popolo della famiglia e la Lega si Salvini siano in fondo una sola cosa. Il tutto sottolineato anche dai vari commenti, rigorosamente pilotati dai suoi seguaci, che inneggiano ad un unico odio contro i diritti del prossimo.
Visto anche l'abnorme numero di patrocini che la Lega ha concesso ad Amato, non sarebbe neppure così impensabile ipotizzare che il ruolo dell'integralista fosse proprio quello di rendere la Lega appetibile ai suoi proseliti, benedicendo nel nome di Cristo chi propone politiche contrarie al cristianesimo e al Papa. In fondo alla Russia serve una Lega forte, motivo per cui potrebbe essere quello il reale obiettivo del loro lavoro.
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