Savona. Medico di base affigge manifesti per la "cura" dell'omosessualità nel suo uno studio


Sulla bacheca dell'ambulatorio di Fabio Vaccaro, un medico di famiglia di 64 anni che esercita a Savona, agli assistiti non venivano proposti i soliti avvisi sanitari, ma cartelloni pubblicitari che promuovono i libri omofobi di Gianfranco Amato o gli scritti di Luca Di Tolve sulle fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità. A penna veniva anche fornito il numero di telefono per contattare la sedicente «comunità terapeutica» in cui Di Tolve mette in atto le screditatissime teorie di Nicolosi per la "conversione" dei gay.
Non mancava neppure un manifesto che citava una frase decontestualizzata di papa Francesco per sostenere la propaganda integralista contro la scuola, fomentando isterie nel raccontare che i genitori debbano avere paura di fantomatiche «minacce alla salute dei nostri figli» che il suo Gianfranco Amato indica nell'educazione al rispetto e nel contrasto al bullismo.

Chi entrava in quella sala di attesa veniva accolto così:



A denunciare il caso è stato il circolo di Arcigay Savona "Apertamente", affrettatosi a presentare un esposto all'Ordine dei Medici di Savona. Dal canto suo, l’Ordine ha già replicato: «Precisiamo che l’Ordine non considera l’omosessualità come una malattia e che valuterà al più presto, con la massima serietà, il caso segnalato».
Ad aggravare la situazione è come Fabio Vaccaro si dica stupito delle proteste, raccontando ai giornali che il suo è uno studio medico e che, così come affigge depliant per la cura dell'Alzheimer, lo fa anche per le terapie dedicate a chi «soffre di disagio legato all'identità sessuale». Vaccaro dice pure che «l'omosessualità era inserita tra le patologie dall’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità. Poi, anche a fronte dell’attività delle lobby gay, rappresentate da personaggi dello spettacolo e del mondo della moda di potere, è stata depennata. Resta, però, l’obbligo di curare chi soffra per la condizione in cui si trova».
Insomma, pare non abbia problemi a ripetere a memoria la propaganda integralista, con l'aggravante di come a spacciarla per "scienza" sia un medico, un professionista che nel giuramento di Ippocrate si è impegnato a «promuovere l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario». Ma dato che al peggio non c'è mai fine, l'uomo sostiene pure che «la crisi della famiglia è tra l trampolini di lancio per l’omosessualità e il gay è destinato ad una insoddisfazione, con disagi psichici che vanno curati poiché creano dolore al soggetto».

Il presidente di Arcigay Savona, Mirko Principato, osserva: «Le terapie riparative, a cui si fa riferimento del manifesto, sono vergognose e dannose. È aberrante, quanto vergognoso, che un medico faccia propaganda a queste realtà e, soprattutto, sostenga tali teorie all'interno di uno studio. Chiediamo all’Ordine di esprimersi e agire nel più breve tempo possibile». Nota anche come tale atto «colpisce duramente la nostra comunità: come può sentirsi una persona omosessuale che, andando dal medico curante per qualsiasi ragione, si trovi di fronte quella pubblicità? Quanti omosessuali vengono allontanati dal servizio sanitario pubblico da propagande del genere? Quante famiglie con persone omosessuali vengono tratte in inganno con aspettative false e lesive delle persone? La questione è molto seria: quei manifesti devono sparire da quell'ambulatorio e quel medico deve ricevere la sanzione che merita».
Di «un fatto gravissimo, una violenza su cui è urgente intervenire» parla anche Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. «L'aggravante la troviamo questa mattina nelle dichiarazioni del medico di famiglia, il dottor Fabio Vaccaro, che associa l'omosessualità all'Alzheimer e al diabete. Su questo pretendiamo un'azione esemplare dell'ordine dei medici, che sanzioni questa sciocchezza come tutte le altre notizie false che voglio generare allarme nella popolazione. Non si tratta soltanto di "offese", come il medico con inaccettabile superficialità vuol fare intendere: si tratta di persone che tentano di convincere altre persone, clinicamente sane, di essere affette invece una patologia, per poi lucrare sulla fantomatica "cura". Questo è un raggiro che si compie sulla pelle delle persone più fragili, infierendo sulle loro insicurezze e costringendole a reprimere i propri istinti e i propri sentimenti. Non c'è nulla di più grave di un medico che diagnostica ai pazienti malattie che non esistono: è per questo che pretendiamo parole chiare e severe da parte delle autorità competenti. Non solo: questa legislatura si chiude con una proposta di legge presentata dal senatore Sergio Lo Giudice ma mai discussa in aula, per mettere fuorilegge le cosiddette teorie riparative, come avviene per ogni altra sevizia fisica e psicologica e così come è già avvenuto negli Stati Uniti. L'iniziativa di Lo Giudice non deve spegnersi assieme alla legislatura ma deve essere impegno urgente di quella che si aprirà dopo il voto del 4 marzo».
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