Sudafrica, altre due lesbiche sono state stuprate e date alle fiamme


«Le persone lgbti si nascondono perché hanno paura di essere stuprate e arse vive. Per questo chiediamo supporto dalla provincia. Non abbiamo niente di sbagliato. Non dobbiamo essere uccise». È questo il disperato appello lanciato da Cindy Maotoana, presidente dell’associazione Limpopo, dopo l'ennesimo caso di una coppia lesbica che è stata stuprata e bruciata in Sudafrica.

Joey van Niekerk e Anisha van Niekerk avevano rispettivamente 2 e 30 anni, erano sposate da tre anni e di loro non si avevano più notizie dal 28 dicembre scorso. Erano uscite di casa per andare ad un funerale e non vi hanno più fatto ritorno.
Le loro ossa carbonizzate sono state rinvenute nei pressi della loro casa di Moomooi. La polizia ha accertato fossero state brutalmente stuprate, una prassi nelle aggressioni da parte di gruppi omofobi che sostengono che gli stupri collettivi «insegnino loro ad essere donne».
Le indagini hanno portato al fermo di otto uomini, ora accusati di duplice omicidio, rapimento, stupro, rapina, porto abusivo di arma da fuoco ed intralcio alla giustizia.
A destare preoccupazione è come il caso non sia isolato. Il caso precedente risale all'aprile dello scorso anno, quando Nonkie Smous venne stuprata, uccisa e data alle fiamme perché lesbica.
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