In Croazia si danno alle fiamme le famiglie arcobaleno (per il momento, solo simbolicamente)


L'odio fomentato dai vescovi e dagli estremisti religiosi sta raggiungendo livelli a dir poco preoccupanti. Nella cittadina di Kaštela, in Croazia, la popolazione è arrivata a mettere metaforicamente al rogo una famiglia gay.
Secondo un'antica tradizione, è in occasione del Carnevale che la popolazione locale brucia immagini rappresentanti che simboleggiano il male dell'anno precedente per poi buttarne i resti in mare. Quest'anno la loro scelta è caduta su un cartellone rainbow in cui etano raffigurati due cuori con le scritte "Mama+Mama" e "Tata+Tata" in un esplicito riferimento al libro illustrato per bambini "Moja dugina obitelj" (La mia famiglia arcobaleno) di Ivo Šegota.
Insomma, in quella campaga d'odio globale gestita dalle lobby integraliste, la rivendicazione è simile al rogo di libri proposto a Venezia o dalle rivendicazioni su fantomatici liibretti gender" avanzate da Forza Nuova e Gianfranco Amato in presunta "difesa" della sacralità di una "famiglia tradizionale" che troverebbe la sua massima espressione in quella composta da Mario Adinoli, la sua giovanissima moglie, l'infante, l'altra figlia, l'altra moglie e la donna per cui ha mollato moglie e primogenita prima di infilarsi fra le coperte della terza donna, rigorosamente a lui sottomessa.
L’associazione Dugine Obitelji (Famiglie Arcobaleno) ha espresso «tristezza nel vedere immagini del rogo di un’opera il cui unico scopo è quello d’educare i bambini all'amore, al rispetto e alle differenze». Anche la ministra dell'Istruzione Blazenka Divjak ha condannato il gesto, affermando che «non è necessario trovarci d'accordo su tutto. Ma sicuramente non dobbiamo esporre i bambini a situazioni incitanti all'odio e all'intolleranza né tanto meno a quelle in cui i roghi di libri sono presentate come soluzione dei problemi».
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