Turchia: arrestato il capogruppo della più grande associazione lgbt del paese


Mentre Erdogan viene accolto in Vaticano, è dalla Turchia che giunge notizia di come le forze di sicurezza turche abbiano arrestato Ali Erol, co-fondatore di Kaos GL, ossia della più grande organizzazione turca per i diritti lgbt, attraverso un'incursione organizzata nella sua abitazione.
Erol vive ad Ankara insieme al suo compagno e, secondo l'organizzazione, non vi sarebbe alcuna giustificazione per l'arresto. In una breve dichiarazione, Kaos GL denuncia come «l'arresto di Erol, uno dei principali attivisti del movimento LGBTI, mostra ancora una volta quanto la libertà di parola sia in Turchia. La libertà di espressione è un diritto fondamentale. I diritti di LGBTI sono diritti umani. Chiediamo che il nostro co-fondatore Ali Erol sia rilasciato immediatamente».

Erol fondò Kaos GL nel 1994 con altri attivisti e da allora l'organizzazione ha dovuto lottare contro la repressione statale.
Già nel 2016 la polizia turca arrestò Levent Piskin, attivista e avvocato per i diritti lgbti, con l'accusa di fare "propaganda" contro il paese. Sebbene sia stato rilasciato tre giorni dopo, risulta tutt'oggi indagato per quell'accusa. Anche altri attivisti e celebrità gay hanno avuto problemi con lo stato, soprattutto a causa del loro sostegno ai partiti di opposizione.
Negli ultimi mesi, le autorità turche hanno intensificato i loro raid volti a limitare il diritto di espressione della comunità lgbt. Nel novembre del 2017 la capitale Ankara ha messo al mando tutti eventi legati alla comunità gay, così come anche Istanbul ha vietato lo svolgimento di un festival lgbt. I Pride sono stati vietati a Istanbul, dove la polizia ha usato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e arresti come forma di repressione verso i manifestanti.
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