Il leghista contro l'educazione al rispetto: «È una strega. I bambini sono stati posseduti con amuleti magici. Sono dovuti andare dal prete»


Dopo quel Filippo Savarese che viene pagato dalla Hatzer Oil per schiumare rabbia e defecare odio dinnanzi ad un liceo che va a vedere l'ultimo film di Diego Abbattantuono, ora è Riccardo Cascioli ad aver avviato la sua macchina del fango contro una scrittrice per bambini a cui vuole sia vietato poter entrare nelle scuole.
La prassi è la solita: fomentare odio e isterie giurando che i bambini siano «stati posseduti» a causa sua che siano dovuti «ricorrere alle cure di un sacerdote». Giura anche che la donna guiderebbe contromano per cercare di ucciderli, quasi a volersi assicurare un processi di demonizzazione a 360 gradi. Asserendo che i genitori vedranno morire i figli e che la totalità degli insegnanti delle numerose scuole primarie visitate dalla scrittrice sarebbero tutti degli idioti incompetenti che non riescono a comprendere ciò che lui giura di sapere pur senza essere stato presente, ecco che nel 2018 ci tocca assistere ad un fondamentalista che ha dato il via ad una nuova caccia alle streghe. Letteralmente.

Nella realtà dei fatti, la vittima della diffamazione di Cascioli è un'insegnante, laureata in filosofia, che da anni si occupa di interculturalità e gestisce laboratori in svariati istituti. Lui è un uomo che chiede un riconoscimento giuridico ai suoi coiti in una carriera decennale dedicata alla promozione dell'odio contro ogni diversità. In nome della sua propaganda, pare che alcune scuole abbiano già disdetto incontri con la scrittrice, negando una sana educazione ai bambini in virtù delle accuse di stregoneria avanzate dall'integralismo cattolico.
Grave è anche come a riprendere la bufala sia anche il neosenatore leghista Simone Pillon, il braccio destro di Massimo Gandolini (l'ideatore del "family day") che viene pagato dai contribuenti per sostenere che i bambini siano posseduti dal "gender" e che i preti debbano esorcizzarli. A lui si è unito anche il solito "comitato articolo 26" (che nei fatti sono sempre loro) attraverso comunicati stampa finalizzati a creare un'isteria che possa impedire una sana educazione ai figli degli altri.

In un articolo che definire "diffamatorio" pare riduttivo, è sulla sua Nuova Bussola Quotidiana che Riccardo Cascioli denuncia presunti fatti che forse già nel Medioevo sarebbero apparsi dettati dalla mera credulità popolare. A firmare il tutto è una certa Giovanna de Micheli:

Si presenta come Romilda, «la strega sincretica interculturale», ma il suo nome è Ramona Parenzan. Una donna che sviluppa laboratori e progetti di intercultura leggendo fiabe e invocando spiriti con amuleti e pozioni. Sulla sua bacheca pubblica di Facebook si legge che è già stata in molte scuole primarie della Lombardia, fra le ultime ci sono una scuola di Villongo (l’8 febbraio scorso), la primaria Corridoni di Brescia (17 febbraio) e di Sant’angelo Lodigiano (20 febbraio), in un tour che continua da mesi.
Ma nella Scuola primaria di Mocasina le mamme degli alunni di una prima elementare hanno protestato perché tenute all'oscuro del progetto avviato nella classe. A raccontarlo alla Nuova BQ è una di loro che ha chiesto l'anonimato: «Lunedì 26 febbraio Parenzan è entrata nella prima elementare frequentata da mio figlio all’insaputa di tutti i genitori. Lo abbiamo scoperto dai nostri figli». Alcuni di loro hanno raccontato alle famiglie che la “strega Romilda”, così si presenta Parenzan, ha fatto bere loro pozioni, regalando amuleti e promettono fortuna. I fatti sono emersi quando le mamme hanno cominciato a parlarsi scoprendo che come i loro anche gli altri bambini erano turbati dalle storie lette o dal fatto che erano stati invocati gli spiriti
Alcune mamme hanno raccontato di aver visto «quella donna arrivare in controsenso con la macchina». Qualcuna si era arrabbiata dicendole di fare attenzione ai bambini, ma la signora le aveva risposto male. Un’altra mamma ha raccontato che suo figlio, dopo la lezione, le aveva confessato che la strega Romilda aveva chiesto alla classe di tenere un segreto dando loro degli amuleti. «Ho chiesto a mio figlio se fosse vero». A quel punto il bambino ha mostrato alla madre una conchiglia che teneva sotto la federa: «La strega aveva detto loro di soffiare sull’amuleto, di metterlo sotto il cuscino e di esprimere un desiderio non materiale senza raccontare nulla ai genitori, solo così si sarebbe avverato tre giorni dopo».
A parte il fatto che le notti in cui il bambino ha dormito con la conchiglia «ha sanguinato dal naso sporcando tutta la federa, un altro bambino dal giorno dopo la visita della strega ha cominciato a svegliarsi agitato la notte e a non dormire. Un altro ha fatto due volte la pipì a letto». La mamma di un bambino di un'altra classe in cui è stata Parenzan, venuta a conoscenza dei fatti, ha interrogato il figlio costringendolo a confessare di avere l'amuleto: «Il figlio si è arrabbiato dandole della cattiva, perché per colpa sua non si sarebbe relizzato l'incantesimo». La madre denuncia quindi «la gravità di un episodio come questo, in cui una signora si permette di insegnare ai bambini a mantenere i segreti con questi ricatti: abituarli a tacere con le famiglie su quanto accade loro è fare il gioco di chi vuole il male dei piccoli». Ai bambini sono stati anche dipinti dei simboli sulle braccia che faticavano a cancellarsi e che, era stato detto loro, avrebbero dovuto cambiare magicamente colore.
Il racconto di quanto avvenuto ha fatto il giro delle mamme della classe portandole anche a scoprire che Parenzan aveva fatto bere delle sostanze ai figli dicendo loro che erano pozioni magiche. «Ci proibiscono di portare a scuola qualsiasi cosa che non sia sigillata e questa donna ha dato da bere e da mangiare cibo e bevande contenute in un termos ai nostri piccoli. È una cosa grave e contraria alle norme Asl». Ma non è solo questo che la scuola deve spiegare ai genitori che non sono stati avvisati di quanto sarebbe avvenuto nella classe dei loro figli. Anche perché, sul profilo Facebook di Parenzan, compaiono «le foto dei bambini senza alcun assenso dei genitori».

Dopo un abuso della credulità popolare presentata come una verità rivelata che non necessita di qualsivoglia contraddittorio (quelli Cascioli li esige solo se nelle scuole in cui si afferma che l'omosessualità non è una "malattia" così come asseriscono le sue testate finanziate da CL), si arriva alla vera rivendicazione: sfruttare il consenso informato anche su tematiche ordinarie in modo da permettere alla minoranza integralista di impedire qualunque lezione sia sgradita ai loro leader e alle lobby che li finanziano:

La scuola per ora si è difesa tramite un verbale comunicando alle famiglie che il progetto era stato approvato l’anno scorso ma ammettendo che era responsabilità della scuola informarli: «La coordinatrice delle prime elementari non sapeva nulla del progetto». Così Parenzan è entrata senza ostacoli in aula insieme all’insegnante di supplenza di Italiano, incolpevole di essere stata assunta solo pochi giorni prima dei fatti.

Una pruriginosa ricostruzione che nega quanto da loro stessi sostenuto, ossia che la scrittrice avrebbe tenuto incontro con professori che lavorano da anni. Eppure tutto sembra venga ricostruito con schemi propagandistici che mirano alla diffamazione.

Ad un certo punto l'articolo inizia a spiegare perché mai Cascioli e Pillon vogliano diffamare la scrittrice e impedirle di entrare nelle scuole: oltre che donna, è pure autrice di libri che insegnano il rispetto:

Diverse storie sono lette in classe, di cui «una parla di un bambino dandogli del ciccione» in barba all'emergenza "bulismo", sottendono un messaggio moralista e la logica vendicativa del do ut des. Tanto che «i bambini erano impauriti». Su Facebook compaiono altre storie scritte da Parenzan e lette nelle scuole. Fra queste c’è "Il Delfino Rosa" che inneggia all’amore senza limiti naturali così: «Animali differenti si accoppiavano fra loro, senza temere la diversità: la tartaruga con il serpente, la scimmietta con il bradipo e tutta la foresta ora risuonava di nuovi colori, forme e linguaggi».

Da qui il consueto affondo intimidatorio, volto a far comprendere che la stampa integralista farà polemiche sterili e violente con cui si cercherà di creare grane a chiunque non obbedisca ciecamente agli ordini di Cascioli per la creazione di un mondo di estrema destra in cui i maschi si sentano legittimati a sopraffare femmine che lui esige siano indottrinate alla sottomissione:

D'accordo o meno con questa visione sovversiva della natura, restano però altre domande a cui la scuola non ha ancora risposto: qual era il progetto che ha permesso a Parenzan di entrare in classe? Quali finalità aveva? Chi lo ha proposto? E anche se approvato l’anno scolastico precedente, perché nessuno ha avvisato la coordinatrice e le famiglie?

Se di questo passo Cascioli, Brandi, Adinolfi e Gandolfini finiranno col tramutare la "famiglia" in un concetto ideologoco che sia nocivo ai bambini per volere di lobby che lavorano alla distruzione della società per l'edificazione di regimi religiosi non dissimili dall'Isis.

E nel 2018 fa davvero male osservare di quale bigottismo sembrino capaci persone che scrivono simili commenti:



Siamo dinnanzi al fanatismo esasperato, in cui i soldi delle lobby integraliste possono permettere ad una singola bigotta (loro stessi ammettono che gli altri genitori non hanno avuto problemi) di ottenere la censura di una sana educazione ai figli degli altri in base alle pressioni orchestrate da gruppi fondamentalisti che vogliono mettere le loro mani sull'educazione dei minori per indottrinarli alle loro ideologie.
E lo stato non solo non fa niente per impedirlo, ma alle volte è complice di quella feroce minoranza che usa la paura e la mistificazione come strumento per imporre i suoi diktat a danno dei bambini.
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