Chi l'ha detto che "cristiano" debba essere sinonimo di "intollerante"?


Anche se non vengono pubblicati, tanti sono i commenti di insulti e offese che riceviamo con cadenza pressoché quotidiana. Tra i commenti troviamo frasi come: «Adinolfi vi farà pentire di essere nati», «Froci dovete morire», «Dio vi farà bruciare all'inferno», «Lasciate stare i bambini con la vostra perversione», «ma chi cazzo lo vuole un figlio frocio. fa bene Adinolfi che li vuole curare», «Luca Di Tolve è la testimonianza che siete dei pervertiti e che il vostro stile di vita è una patologia contagiosa. Un tempo non c'erano tanti froci come oggi».
Due sono le costanti di questi messaggi d'odio: la matrice integralista riconducibile all'ideologia del disprezzo promossa da Mario Adinolfi e un costante abuso di riferimenti religiosi quasi come se il "cristianesimo" fosse un qualcosa che possa legittimare ogni più perversa forma di intolleranza. D'altra parte sono noti i personaggi che hanno sdoganato un tale abuso della religione, da quel Putin che bacia icone sacre mentre fa sparire i dissidenti politici a quel Trump che dice di voler "difendere" i feti anche se poi ha tolto ogni assistenza sanitaria ai bambini già nati. Di ben minor rilievo (ma non meno feroci nelle loro aizoni) troviamo anche un Gianfranco Amato che presidia le preghiere contro i gay, un Toni Brandi loda quei vescovi che srotolano un rosario sul confine di stato quale ostentazione del loro razzismo o quella Maria Rachele Ruiu che nomina ossessivamente il nome di Dio mentre cerca di mettere le sue mani integraliste sui figli degli altri per tentare di indottrinarli alla sua ideologia e per negare loro il diritto ad una sana educazione scolastica.
Il guaio di questa colonizzazione ideologica è che dietro ci sono le potentissime lobby integraliste statunitensi (basta osservare ciò che dicono Adinolfi o Brandi per constatare come nulla sia farina del loro sacco ma sia tutta propaganda importata dalle lobby evangeliche, nbr) e una propaganda basata sull'abuso dei pregiudizi e sulla creazione di isteria è ciò che può facilmente ingannare il bigotto medio.

Prendiamo ad esempio da uno dei pochi commenti senza insulti che giunto in questi giorni e riguardante la sedicente scuola "cattolica" che ha licenziato uno tra i suoi più apprezzati insegnanti perché la donna si era sposata con un'altra donna. L'anonimo autore del commento ci scrive:

Una critica all'articolo. Lasciate dire ai cristiani cosa non è cristiano! Siccome è una scuola privata si presume che i cristiani mandano lì i loro figli a scuola. Nell'articolo si parla solo dei genitori che protestano, ma sono pienamente sicuro, perché così fanno i media, che ci sono famiglie dispiaciute sì per il fatto ma desiderosi di far crescere i figli cristianamente.

I problemi emergono sin dalle premesse: chi mai dice che un gay non possa essere cristiano? Il fatto che Adinolfi sbraiti più di tutti e il fatto che usi il rosario come una clava con cui imporsi sul prossimo paiono davvero motivi sufficienti per ritenere che sia lui a dover dire che cosa è cristiano?
A giudicare da un Gesù che invitava all'accoglienza e da un Adinolfi che promette razzismo e la privazione di tutele per i bambini nati in Italia da persone a lui sgradite, non sembra che rappresenti i Vangeli. Oppure vogliamo parlare di quel Gesù che parlava di una pagliuzza e di una trave anche se Gianfranco Amato va nelel chiese a gridare a squarciagola che bisogna giudicare il prossimo e bisogna sentirsi legittimati a condannare chiunque osi avere opinioni diverse dalla sua.
Già, perché il loro essersi inventato un fantomatico "pensiero unico" e il loro sostenere che qualcuno violerebbe la loro "libertà di espressione" se non si consente loro di danneggiare la vita altrui sono un'altra delle enormi bufale inventate da questa gente. Qualcuno dice forse che Adinoilfi non doveva poter sposare la sua seconda moglie? Qualcuno mette forse il becco su chi si porta a letto Gianfranco Amato? No, quindi non si capisce con quale diritto questa gente voglia imporsi contro il prossimo e sostenga pure che la loro "libertà" si concretizzi in un dominio a danno della vita del prossimo.
Chissà, forse c'è solo da sperare che non credano davvero in Dio, oppure non c'è da invidiarli quando dovranno fare i conti con quel Dio che ha espressamente invitato a non giudicare se non si vuole essere giudicati con lo stesso metro.

E se dunque pare bizzarro che qualcuno possa sostenere che a decidere che cosa sia "cristiano" debbano essere perone che paiono bestemmiare Dio, resta il problema di come l'anonimo commentatore possa sostenere che una convinzione "cristiana" imporrebbe l'allontanamento di chiunque non sia conforme ai propri dogmi quasi si fosse tornati all'epoca nazista.
A livello di diritti umani e di leggi, pare gravissimo che l'integralismo cattolico stia cercando di sdoganare l'idea che le leggi possano essere infrante se si delinque con un qualche presunto presto religioso non verificato e non verificabile. Un'ingiusta discriminazione di un ottimo insegnante non è legittimo se si contesta la sua vita privata e non il suo operato, esattamente come nessuna azienda può licenziare qualcuno perché cristiano (oppure verrebbe a mancare il principio base della pari dignità).
E vogliamo parlare del danno che simili atti di violenza creano ai bambini? Quale messaggio passerà loro se li si indottrina che chi una natura non conforme ai violenti deve poter essere licenziato, allontanato e perseguitato in una più totale impunità degli aguzzini? Non è forse un atteggiamento nazista quello di chi si pretende di avere più diritti degli altri in quella satanica convinzione che il prossimo va eliminato se non conforme ai propri distinguo?
Dire da un bambini che il professarsi opinabilmente "cristiano" permette di danneggiare la vita altrui e sia una giustificazione alle persecuzioni, è aberrante. Pare ormai che i cristiani siano i nuovi romani e che vogliano costringere interi gruppi sociali a doversi nascondere nelle catacombe per non essere vittima della loro persecuzione. Ma questo non è cristianesimo, è violenza.
E se nessuno deve parlare mentre si viola la legge nell'indottrinare i propri figli al disprezzo, allora con che coraggio potremmo dire che un mafioso non dovrebbe avere il diritto di volere che i suoi figli imparino ad ammazzare la gente per crescere come mafiosi? Se la legge non vale in base ai pregiudizi e al volere delle famiglie, perché mai dovremmo dire che loro non devono poterlo fare mentre i sedicenti "cristiani" dovrebbero poter insegnare l'odio ai loro figli e dovrebbero poter mettere nelle loro mani un pugnale insanguinato con cui poter ammazzare chi non è conforme ai falsi dogmi artificiosamente creati dai vari Adinolfi e Brandi per fini prettamente politici e partitici?

E poi c'è un ultimo aspetto. Ammettiamo che abbia ragione Adinolfi nel dire che Dio è omofobo, che Gesù sia razzista e che la Madonna simpatizzi per il neofascismo: che merito avrebbe nel suo dirsi appartenente a quella sua strana concezione del "cristianesimo" se davvero riuscisse ad imporre leggi che vietino qualunque libertà non sia conforme ai suoi dogmi? Quale merito avrebbe nel scegliere un qualcosa che viene imposto con la forza?
Un povero disgraziato che vive sotto il dominio dell'Isis è da intendersi come un bravo fedele o è solo vittima di una imposizione violenta che lo obbliga a fingersi tale perché qualcuno gli ha sottratto ogni libertà? È davvero quello il mondo che Adinolfi pera per le sue figlie, tra lapidazioni delle donne e gay che vengono lanciati dai tetti?
La difesa dell'ateismo, delle diverse confessioni religiose e della libertà personale dovrebbero essere una proprietà per chi sostiene di voler vivere una fede adulta, così come spiegò chiaramente anche Gesù nel suo invitare le persone a seguirlo (ma che, contrariamente ai progetti integralisti, di certo non obbligava nessuno a farlo).
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