Filippo Savarese spiega che la donna deve pensare a fare figli mentre è il maschio a dover comandare


È in una lettera aperta che Filippo Savarese illustra la sua ideologia di "famiglia" e il suo sostenere che la donna debba restare un passo indietro rispetto al maschio.
L'assurda lettera, scritta in occasione della festa della donna, parte con una di quelle tipiche polemiche sterili a cui l'integralismo cattolico ama appellarsi per vomitare il suo odio contro tutto e tutti, motivo per cui lo troviamo scrivere al fondatore di Facebook:

uno dei tuoi soliti algoritmi mi chiede di omaggiare le donne. Ma non tutte. Quelle che "mi hanno ispirato". E ancora, tra queste, non tutte. Ma quelle che lo avrebbero fatto "in quanto Leader e Innovatrici". Mi stai dicendo che la donna non vale tanto di per sé, ma nella misura in cui risponde a un certo parametro culturale o meglio - dai, diciamocela tutta - politico. Voglio dirti un paio di cose su mia madre.

Inizia così a spiegarsi che sua mamma sapeva essere donna perché riconosceva la supremazia del maschio, dicendosi assolutamente certo che lo facesse per piacere e non certo per retaggio culturale:

Mia madre non è mai stata una Leader. Anzi, rispetto a mio padre si è sempre messa un passo indietro (ma non certo su un gradino più basso). Quel passo indietro necessario a determinare realmente gli eventi. Dico che 'ci si è messa', non 'ci è stata messa'. Mio padre ha sempre avuto per giusta definizione il ruolo che gli spetta, cioè di capo-famiglia. Ti prego, non venire a rinfacciarmi l'adesione a un modello patriarcale maschilista che in casa mia non si è mai visto. La storia contemporanea dice senza possibilità di smentita che il momento in cui si è smesso di considerare il padre come capo (che non significa padrone) della famiglia, è anche il momento in cui si è smesso di considerare la moglie come moglie, i figli come figli, il matrimonio come matrimonio e in definitiva la famiglia stessa come famiglia.

Insomma, sarebbe come sostenere che se la signora Miriano si dichiara felice del suo voler essere sottomessa ad un maschio, allora ci si deve sentire legittimati ad imporre con la forza quella forma di violenza anche a chi ambisce altro. E questo solo perché Savarese dice che se il portare i pantaloni non gli garantirà il dominio sulla casa, lui si sentirà violato nella sua mascolinità.
Una posizione che di certo non pare sorprendere, dato che quella è proprio la visione che origina l'omofobia e che confonde l'integralismo: com'è possibile che due persone dello stesso sesso possano vivere in armonia se nessuno dei sue usa i suoi genitali quale giustificazione per il suo desiderio di predominio sull'altro?

Surreale è come Savarese dica anche che il ruolo della donna sia quello di mitigare nel segreto e di cercare di dire le sue opinioni sottovoce per non offendere il predominio maschio:

Al netto di tutto i suoi limiti, mio padre ha esercitato il suo ruolo (sì = ruolo) in modo benefico per tutti. Ma non sarebbe corretto dire che, siccome mio padre è stato il Leader della famiglia, tutti gli eventi siano dipesi da lui. Forse un giorno scoprirà tutte le volte in cui mia madre è intervenuta in modo silente e discreto per mitigare o 'correggere' alcune sue scelte o decisioni (alcune delle quali sono rimaste tali solo sulla carta), soprattutto quando si trattava di impartire punizioni o negare consensi a quelle belve distruttive quali spesso siamo stati io e i miei fratelli. Direi che, se mio padre emetteva la sentenza, mia madre la applicava. Ti chiedo: chi dei due ha avuto più 'potere'? Chi dei due ha avuto realmente in mano le redini?

Si passa così al sostenere che per una donna il massimo della "innovazione" sia quella di pensare a fare figli in virtù di come lui, quale maschio che si limita ad eiaculare per poi tornare ad occuparsi d'altro, non riesce a separare l'immagine di donna da quella di casalinga adibita a fare il bucato e a crescere i figli:

Mia madre non è mai stata nemmeno una Innovatrice. Anzi è sempre stata una fierissima Conservatrice, specialmente delle cose piccole e quotidiane. Quante volte si è arrabbiata perché "No, si fa così". Questo non solo non le ha impedito ma le ha permesso di crescere 6 figli, uno più diverso dell'altro, rispettando e valorizzando sempre la totale e assoluta "novità" che ogni figlio ha portato in famiglia rispetto agli altri.

Si passa così ai classici insulti contro qualunque donna non condivida la sua visione su quella che lui sostiene sarebbe la supremazia del maschio e su un ruolo femminile che dev'essere limitato allo sfornare figli:

Oggi ci propongono tanti esempi di "donne innovatrici", come dici tu. Alcune sono state talmente innovatrici che hanno tentato di innovare persino la loro stessa identità, visto che in realtà sono uomini. Ti posso dire che non mi convince? Conservare significa curare. Curare significa rispettare l'identità delle cose per tenerle in vita. Tenere in vita significa passare da ieri a oggi e da oggi a domani. C'è più rinnovamento nella conservazione che nell'innovazione - come diceva Chesterton facendo l'esempio dell'insegna che dev'essere sempre continuamente ritinteggiata.

Ed è così che conclude:

Caro Mark, non chiedermi di ringraziare le donne che mi hanno ispirato in quanto Leader e Innovatrici. Non chiedermi di sottomettere l'Essere Umano all'Idea Politica. Chiedimi, se vuoi, di ringraziare le donne che mi hanno ispirato facendo il Bene dov'erano, com'erano e come potevano. Donne che, se non finiranno sui libri di storia nemmeno dopo il più massiccio e sistematico intervento di decostruzione degli stereotipi di genere, finiranno comunque nella Storia. Perché l'hanno generata e partorita. Donne come mia madre, donne come la tua.

Se c'è da chiedersi se sua madre sia felice di essere ricordata come la "femmina" che si faceva ingravidare da papà, resta il problema di come Savarese dovrebbe avere la decenza di rispettare la volontà di donne che ambiscono a qualcosa di diverso per il proprio futuro e a famiglie, magari ambendo ad una genitorialità vista come una responsabilità condivisa tra i sessi e non un qualcosa di cui devono occuparsi le femmine mentre il maschio se la spassa.
Sua madre e sua moglie erano felici ad obbedire? Ne dubitiamo... ma se anche fosse, ciò di certo non giustificherebbe il suo impegno per tentare di entrare nelle scuole per indottrinare i ragazzi a ritenere che la donna non deve poter essere equiparata alla supremazia del maschio solo perché in passato era così e a Savarese piace rivendicare quel predominio che spergiura gli sarebbe dovuto per diritto di nascita.
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