Il "cattolicesimo" secondo Adinolfi


Il "cattolicesimo" secondo Adinolfi è una ideologia assai lontana da una qualunque reale religione o da una qualsiasi fede matura. Lo si evince anche da come lo stesso integralista non tenti mai di dimostrare il suo dirsi "cristiano" con i fatti, preferendo scorciatoie come l'esibizione di santini e rosari quasi come se gli oggetti sopperissero ad una mancanza spirituale. Non manca neppure il suo ossessivo attribuirsi l'appellativo di "cristiano" in quella logica per cui una bugia ripetuta sino alla nausea viene percepita come una verità. In fondo ha pure un qualche giornalista che pare aver sbagliato mestiere è pure stato pronto a parlare di lui come un presunto rappresentante dei cristiani, incurante di come alcune sue proposte razziste e xenofobe rinneghino Gesù e il Papa. ne è dimostrazione come Il Giornale non abbia mancato di sottolinearlo, festeggiando dinnanzi all'avanzata dell'odio fondamentalista su quei vescovi che osano citare Gesù e il suo invito all'accoglienza.
Anche da un punto di vista prettamente dogmatico la "fede" secondo Adinolfi si mostra particolarmente immatura. Tra madonne che conferirebbero il titolo di "generale" agli avvocati omofobi in viaggio sui treni e demoni che sostengono siano gli artefici dei diritti civili, emerge tutto il bigottismo di gente che dice di non agire secondo coscienza ma solo sulla base di ciò che sostengono gli porterà profitto. Loro non aiutano un bisognoso perché ritengono sia giusto farlo, ostentano la carità perché vogliono una ricompensa da Dio in cambio di gesto. C'è ricerca di profitto, non certo giustizia sociale.
E poco cambia dinnanzi al loro trattenersi dal compiere certi gesti non tanto perché li reputano sbagliati, ma perché qualcuno dice loro che Dio li punirà. Sin dal Medioevo la creazione di un Dio vendicativo e assai lontano da quello descritto da Gesù è ciò che ha conferito potere e sudditanza a chi si è arrogato il diritto di parlare in sua vece approfittando dell'assenza id un contraddittorio diretto. In caso contrario, probabilmente Dio avrebbe già querelato Adinolfi e gli avrebbe intimato di non osare parlare in sua vece.

L'impressione è che il giocatore di poker abbia semplicemente voluto puntare tutto sull'omofobia della Chiesa, presumibilmente sperando che il suo sostegno alla crociata anti-vita potesse spalancargli le porte delle parrocchie in modo da consentirgli di sfruttare l'ignoranza della gente. In fondo si parla di quello stesso tizio che solo pochi anni fa proponeva il matrimonio egualitario per i gay nella convinzione che quella proposta gli avrebbe potuto garantire un ruolo di comando nel Pd ed oggi vomita odio contro i gay nella speranza che quella posizione possa garantirgli un posto di potere nelle frange dell'integralismo cattolico. Forse avrà cambiato idea... o forse è pronto a dure qualunque cosa pur di raggiungere un potere che brama con ogni sua singola cellula.
Novello pifferaio magico, la sua strategia comunicativa si basa sul tentare il bigotto e nel promettergli uguali ricompense a fronte di minori difficoltà. Se Gesù invitava alal giustizia sociale e all'amore, lui promette che il Paradiso si spalancherà anche a chi ostenta il suo odio contro gay e stranieri, premiando ogni loro singolo coito. Tra un Gesù che chiede un impegno importante e un Adinolfi che giura basti portarsi a letto una ragazza, pare evidente che il sempliciotto seguirà la strada indicatagli dal tizio che indica il sentiero più semplice e privo di rinunce.

Chissà, magari Mario Adinolfi è davvero convinto che la pornografia faccia piangere Gesù. Ovviamente resta il sospetto che non ne sia così convinto visto come mostrava segni di eccitamento sessuale nell'intervistare Cicciolina e nel chiederle di mentire per dargli visibilità ed ascolti ma, ammesso e non concesso che ci creda davvero, che merito avrebbe il "cristiano" che non ne fa uso se lui ne imporrà il divieto come prometteva in campagna elettorale? Quale valore avrebbe il compiere scelte che lui esige siano rese obbligatorie per legge?
Stando alla sua teoria, i poveretti che vivono sotto la dittatura dell'Isis avrebbero la fortuna di essere dei bravissimi credenti dato che se sgarrano ai dogmi di un qualche suo collega integralista, li ammazzano.
Chi ha letto i vangeli può davvero stare dalla parte dell'Isis solo perché Adinolfi gli dice che quello è il suo "cristianesimo" e il suo sogno di dominio sull'uomo?
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