Biella. La sindaca di Fratelli d'Italia fa ristampare i manifesti di Provita Onlus contro la legge 194


Prima dell'entrata in vigore della legge 194, in Italia si registrava un milione di aborti clandestini ogni anno. La regolamentazione dell'interruzione della gravidanza ha salvato la vita a milioni di donne ed ha contribuito a far scemare significativamente quelle cifre.
A rimettere in discussione la legge dello stato, confermata da ben due referendum popolari, è l'associazione forzanovista Provita Onlus e quel Toni Brandi che si faceva guidare l'automobile dal prestanome di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. Con mero populismo e spergiurando che un feto di 11 settimane sarebbe in grado di succhiarsi il pollice, chiedono che la donna sia costretta con la forza a partorire.

Coma sua prassi, l'associazione ha cercato di ottenere pubblicità attraverso una propaganda inaccettabile volta a colpevolizzare le donne. Il loro manifesto ideologico è stato rimosso dai muri di Roma, ma a riproporlo con inaudita violenza è stata la sindaca di Biella, Elena Chiorino. L'esponente di Fratelli d'Italia, si fa fotografare tutta tronfia dinnanzi a quei manifesti, parlando di «oscurantismo medievale imposto dal sindaco di Roma su richiesta della senatrice del Partito democratico. La complicità tra la Raggi e la Cirinnà è un connubio da "tempesta perfetta": se queste due signore hanno intenzione di vestire i panni delle oscurantiste, lo facciano pure, ma devono anche assumersi la responsabilità di proporre una legge che elimini dai manuali di biologia e medicina tutti i contenuti che fanno riferimento allo stato del feto all’undicesima settimana di vita. Riteniamo inaccettabile la repressione volta alla cancellazione della verità scientifica per questo continueremo batterci in ogni sede e con ogni mezzo».
Se in realtà la verità scientifica è un po' diversa da quella che la signora Chiorino sostiene, il suo voler accomunare la decisioen di Virginia Raggi a Monica Cirinnà appare come l'ennesimo retaggio della propaganda firmata dal fondamentalismo acattolico.

L'assessore regionale Monica Cerutti osserva: «Elena Chiorino afferma di aver utilizzato risorse proprie e non pubbliche, ma siamo comunque allibiti che una sindaca faccia affiggere un manifesto contro una legge nazionale. Ricordiamo che chi rappresenta un’istituzione dovrebbe garantire il rispetto delle leggi e non farsi promotrice di una campagna contro una norma in essere. Ancor più incomprensibile il fatto che sia una donna a sostenere un’iniziativa che vuole mettere in discussione il diritto dell’autodeterminazione femminile. Condanniamo un simile comportamento e richiamiamo al senso di responsabilità che deve avere chi rappresenta tutti i cittadini e le cittadine di un comune e non solo una parte».
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