Cina, i gay vincono sulla censura di Weibo


La messa bando delle tematiche gay sul social network Weibo è durato appena tre giorni. Grazie ad una tempesta di messaggi e di critiche, il colosso cinese è stato costretto a fare retromarcia.
Nei giorni scorsi avevano annunciato la decisione di proibire l'uso della parola «gay» e qualunque contenuto presentasse «implicazioni pornografiche, che promuovono la violenza o correlati all'omosessualità». Gli utenti avevano da subito protestato pubblicando in sole 24 ore oltre 300 milioni di messaggi contrassegnati con gli hashtag #SonoGay e #SonoIllegale,
Ed è così che l'azienda ha fatto ufficialmente marcia indietro con un messaggio che in meno di tre ore è stato condiviso oltre 33 mila volte. Non chiaro, però, quale ruolo abbia avuto il governo sulla decisione di equiparare l'omosessualità alla pornografia e nello stilare quelle nuove regole.
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