Con Salvini i treni arriveranno in orario? No, non partono proprio


Mentre Matteo Salvini continua a cercare voti alternando insulti contro i gay ad appelli religiosi affinché l'Italia si adoperi per prolungare l'agonia del piccolo Alfie Evans contro l'interesse supremo del minore sancito dalla Corte di Strasburgo, è nella quotidianità che è possibile osservare il degrado a cui le amministrazioni leghiste stanno condannando le terre da lui amministrate.
Ad esempio è un nostro lettore a segnalarci quando attaccato ieri sera a Milano. Un esempio forse banale, ma significativo di una politica in cui troviamo un Attilio Fontana che perde tempo a pavoneggiarsi di come non intenda patrocinare i pride mentre i suoi cittadini vengono privati dei più basilari servizi pubblici.

A Milano Porta Garibaldi erano le 23:39 quando sarebbe dovuto partire il penultimo treno della giornata diretto a nord. Mentre la gente attendeva pazientemente, con un po' di ritardo è stato annunciato un iniziale ritardo di 20 minuti. Poi, trascorso quel tempo, è stata annunciata la completa soppressione del treno.
I viaggiatori sono così dovuti restare in stazione ad attendere pazientemente il treno delle 0:39, indicato in perfetto orario sui tabelloni. Alle 0:39 un nuovo annuncio ha comunicato che neppure quel treno sarebbe partito. Era l'ultimo. Nel frattempo la metropolitana era stata chiusa e non c'era più tempo per raggiungere la vicina Stazione centrale per poter salire a bordo del treno delle 0:45 diretto a Lecco che avrebbe fatto sosta nelle medesime stazioni.
Interpellato sull'accaduto, Trenord comunica che la soppressione di quei treni è stata causata da "mancanza di personale". Esatto, se il ferroviere non si presenta al lavoro è il viaggiatore che non riceve il servizio che ha pagato. A meno che un ferroviere sia deceduto tra le 23:39 e le 0:39, la mancata comunicazione di una soppressione che pareva evidentemente già nota (il treno in questione si limitava a fare da spola fra le due stazioni) è stato un atto di menefreghismo verso i passeggeri, tanto nella Lombardia di Salvini la gente che conta può tranquillamente permettersi un costosissimo taxi quale alternativa ai suoi disservizi. Gli altri possono anche arrangiarsi.

Il Regolamento 1371/2007 sui diritti dei passeggeri ferroviari prevede che in caso di cancellazione del servizio o perdita della coincidenza per cause imputabili alla compagnia, ai passeggeri venga offerta la dovuta assistenza (pasti, pernottamenti e trasporti alternativi dove opportuno). Nella Lombardia di Salvini, la stazione era deserta e i viaggiatori dovevano arrangiarsi con risorse proprie. Per loro non è previsto neppure il rimborso del prezzo del biglietto.
Chissà se Salvini sarebbe capace di sostenere che anche questo tipo di disservizio sia colpa dei migranti dato che la sua propaganda pare incentrarsi unicamente nell'incolpare le minoranze di qualunque cosa.
2 commenti