GF15. Barbara D'Urso vuole davvero rappresentare i gay attraverso il "Ken umano" che va in giro a palpare i ragazzi?


Premesso che ogni opinione è di per sé opinabile, dinnanzi all'annuncio della partecipazione di tre concorrenti gay al Grande Fratello 15, forse non ci si sarebbe aspettato che di trovarsi davanti alla proposizione di un ragazzo che la stampa ha ribattezzato come "Il Ken umano", ossia di un personaggio che avrebbe creato perplessità per le sue scelte chirurgiche indipendentemente dall'orientamento sessuale.
In considerazione di come la comunità lgbt sia già vittima di pesanti pregiudizi, pare assai azzardata l'idea di proporla al grande pubblico associata al volto di una persona così pittoresca, peraltro rigorosamente aderente a quei canoni di effeminatezza ed esuberanza che paiono tanto piacere alla televisione italiana. E se è pur vero che non c'è assolutamente nulla di male nell'essere effeminati, altrettanto vero è come la televisione rischi di creare uno stereotipo unico che nega la varietà di una comunità per ridurla al modello più attaccabile e meno tollerato dalla società.
È un po' come se la televisione decidesse di non permettere la partecipazione di donne che non si atteggiassero come gatte morte: un seminarista costretto a crescere in un ambiente di soli uomini verrebbe spronato a ritenere che tutte le donne si atteggino così. E questo non vuol dire che la Marini non andasse bene come concorrente, significa solo che il suo personaggio va benissimo se inserito nella molteplicità di una realtà e non come rappresentanza di un intero mondo.
In fono nel resto del mondo funziona così: ci sono gay che alle volte sono la macchietta e alle volte sono il palestrato che miete cuori tra le concorrenti femminili o l'intellettuale che ammalia il pubblico con i suoi discorsi. Noi abbiamo il modello unico del ragazzo che pensa solo ai trucchi e che si atteggia cercando attenzioni.
Non solo. Ad aggravare il tutto è come Angelo Sanzio non sembri voler contrastare i pregiudizi, mostrandosi come un ragazzo represso che va in giro per casa a palpare ed allungare le mani sugli addominali degli altri coinquilini in atteggiamenti che non serberebbero così dissimili da una vera e propria molestie sessuale. Perché se è pur vero che ben pochi gay non avrebbero notato la tartaruga di Valerio, è altrettanto vero che il fatto di allungare le mani sia un gesto di maleducazione e non certo un effetto dell'orientamento sessuale. ma anche il pubblico saprà scindere le due cose?
A questo punto la domanda pare d'obbligo: Barbara D'Uso non poteva trovare dei gay che si proponessero come persone pulite e posate che potessero contribuire ad abbattere gli stereotipi piuttosto che alimentarli?

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