Mario Adinolfi si lancia nello sciacallaggio di Alfie Evans per sostenere la supremazia dei cattolici sugli anglicani


Il pensiero di Mario Adinolfi può essere facilmente sintetizzato: lui ha ragione e glia altri hanno torto, lui è intelligente e gli altri sono tutti dei deficienti, lui è l'emblema della perfezione divina e chi non è fatto a sua immagine e somiglianza dev'essere ritenuto sbagliato.
Il problema nasce quando la sua ideologia finisce con il far del male al prossimo o quando ogni essere umano viene da lui tramutato in un oggetto che deve essere necessariamente sfruttato per il suo profitto. L'ultima vittima finita nelle sue mani è il piccolo Alfie Evans, da lui utilizzato politicamente per dichiarare guerra agli anglicani e proclamare quella che lui sostiene sarebbe la supremazia della sua presunta fede religiosa.

Alfie Evans è un bimbo che ormai ha solo acqua e materiale cerebro spinale nel cervello, motivo per cui i medici inglesi hanno chiesto di lasciarlo morire secondo natura. Ad opporsi è l'integralismo, capitato da un'Italia che ha proposto un posto letto in cui tenere artificialmente in vita delle cellule. Non è un caso che l'avvocato della famiglia abbia basato tutta la sua requisitoria sull'habeas corpus e non su fantomatiche cure all'estero che di fatto non esistono.

Ma nella sua retorica, Adinolfi è stato carapace non solo di giurare che gli ospedali vaticani abbiano miracolose cure per tutti i bambini in stato terminale che il resto del mondo non può più curare, ma ne approfitta pure per farne una questione di religione. Su Facebook scrive:

Qui non si può non pensare a una contrapposizione tra la Chiesa cattolica e quella anglicana, il conflitto non è solo tra i genitori di Alfie e i giudici di Sua Maestà, qui siamo di nuovo al conflitto tra il Papa e la monarchia britannica, ancora una volta Enrico VIII se ne vuole fregare della legge di Dio e sposare la sua Anna Bolena, vuole affermare il prevalere di Cesare (e dei suoi banali conti) sull'istinto atavico che ci vuole legati a Cristo. Alfie Evans viene condannato a morte illogicamente e quindi ingiustamente con la stessa modalità prepotente con cui verrà mozzata la testa a Sir Thomas More, poi proclamato santo dalla Chiesa cattolica, nel 1535 a Londra. Il problema è che il potere degli individualisti non può che essere contestato da chi vede preminente la dimensione della comunità, a partire dalla comunità familiare. Questo conflitto dura da più di mezzo millennio e ha oggi nel conflitto tra il Papa e la Regina un ennesimo riverbero. Avere speranza nell'ennesimo ricorso, stavolta alla Corte Suprema, è da ingenui. Vedere il cuore di un regnante impietosirsi lo è ancor di più, dal faraone d'Egitto fino a oggi il potere temporale segue sempre le sue logiche che sono quelle dei rapporti di forza. Tom Evans è abbastanza virile e screanzato da poter trovare ancora via inimmaginate per provare a liberare il suo bimbo e portarlo fino all'ospedale Bambino Gesù di Roma, l'ospedale del Papa. Ma quelle sentenze di morte ai danni dell'ennesimo bambino inglese, tre uccisi in nove mesi sempre con le medesime modalità, raccontano una distanza che non è solo di oggi: è di ieri e di domani. Viene da gridare: viva il Papa, viva l'Italia.

Per farla breve, Adinolfi è felice di sapere che in Italia si combatterà la volontà di Dio e si cercherà di prolungare artificialmente l'agonia a degli innocenti qualora i loro genitori non siano disposto ad accettare l'ineluttabile. Ma forse, più di questo, ad interessargli è come il caso sia facilmente strumentalizzabile per poter promuovere la sua ideologia che vede nei bambini degli esseri privi di diritti civili individuali che devono essere sottoposti al volere dei genitori anche contro il loro supremo interesse.
A sostegno di tale tesi basterebbe domandarsi perché mai Adinolfi sia così interessato a prolungare l'agonia di un bambino terminale sulla base dei desideri dei suoi genitori mentre mentre contemporaneamente si impegna a fare muro contro quei migranti che cercano di garantire un futuro a bambini che potrebbero vivere per molti anni?

Magari, in virtù di come Adinolfi si dica contrario persino al fatto che gli adulti possano esprimere il proprio volere riguardo al fine vita dato che lui lui vorrebbe condannare a subire la sua volontà, forse è verosimile possa avere opinioni divergenti dai legislatori britannici su quale sia l'interesse del minore, ma c'è una certa differenza tra l'opinione e il tentativo di alterare il racconto dei fatti, a ricorrere all'uso di termini inappropriati o a sostenere esisterebbe una questione di predominio religioso contro delle leggi civili che Sua Maestà ha firmato a garanzia della dignità della vita. L'opinione è lecita, lo sciacallaggio o ma mistificazione molto meno.
Commenti