Sciacallaggio integralista. Il gruppo di Gianfranco Amato sostiene che Alfie Evans stesse guarendo e che i medici vogliano nascondere i progressi


Prosegue senza sosta lo sciacallaggio del mondo integralista contro il diritto di Alfie Evans ad una morte dignitosa. Forse consci di come il corpo di un neonato terminale possa essere facilmente manipolato dinnanzi all'opinione pubblica per fare facile populismo a sostegno delle loro rivendicazioni sulla presunta supremazia dei desideri degli adulti nei confronti dei diritti dei bambini. Un vero e proprio tormentone, il loro: dicono che un minore gay non debba ricevere assistenza a scuola se il genitore è fieramente omofobo, dicono che un minore non debba poter ricevere educazione sessuale se il genitore preferisce il sesso bareback o che un bambino debba poter essere persino spinto al suicidio se i suoi tutori si dicono convinti che la sua sessualità sia «una malattia».
Nel caso di Alfie Evans, il processo ha appurato come il bimbo abbia ormai solo acqua e materiale cerebro spinale nel cervello, motivo per cui i medici inglesi hanno chiesto di lasciarlo morire secondo natura. I suoi genitori non sono pronti ad accettare la realtà e l'Italia ha offerto loro di prolungare l'agonia del piccolo presso l'ospedale vaticano Bambin Gesù di Roma, lo stesso che si preoccupò di offrire agonie gratuite anche a Charlie Gard. Dato che la legge inglese stabilisce che in assenza di possibili cure il diritto del minore sia quello ad una morte dignitosa, i giudici inglesi non hanno acconsentito al trasferimento in un ospedale che avrebbe calpestato quel principio.

La cosa può piacere o non piacere, ma surreale è il fanatismo con cui alcuni gruppi credono di potersi inventare verità alternative. Tra i commenti più surreali v'è quello a firma dell'associazione guidata dall'integralista Gianfranco Amato, la quale sostiene che il bambino starebbe guarendo e che i medici vogliano nascondere la loro incompetenza. Accuse gravissime ma che il gruppo dispensa senza prove sui social network:



Lo sciacallaggio integralista prosegue con il gruppo integralista guidato dal ciellino Roberto Cascioli, il quale sta riempiendo la rete con fotografie del minore in compagnia di un prete cattolico italiano che sarebbe andato a dargli l'estrema unzione. Come nel caso di Adinolfi, il tentativo pare sia quello di sfruttare il piccolo per sostenere a supremazia del cattolicesimo sugli anglicani.



E dinnanzi ai giudici che chiedono si rispetti il diritto alla privacy del minore e che si evitino simili sciacallaggi del suo corpo, è Filippo Savarese della CitizienGo a dire che i giudici sarebbero «degli stonzi».



Naturalmente pare opinabile il sostenere che una morte dignitosa non sia parte del diritto alla vita e che abbia ragione lui a dire che quel bambino doveva essere condannato a soffrire mentre lui sarebbe occupato di respingere i minori che vengono in Italia alla ricerca di un futuro migliore.
Evidentemente i bambini già morti gli interessano assai più di quelli vivi che potrebbero vivere anche molto a lungo se solo gli si offrisse ospitalità, ma forse Savarese teme che quei bambini non terrebbero in mano un crocefisso utile alla sua propaganda.
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