Simone Pillon e lo sciacallaggio sul corpo esanime di Alfie Evans


Dopo la sua caccia alle streghe nelle scuole di Brescia e dopo aver invocato la cancellazione della 194 e delle unioni civili, il senatore leghista Simone Pillon deve aver visto nel piccolo Alfie Evans un'occasione imperdibile per farsi pubblicità. Ribattezzato il piccolo in "Alfio Evani" secondo le regole di italianizzazione previste in epoca fascista, ha versato fiumi di inchiosto per fantasticare rapimenti o per lodare gli stratagemmi ideati dagli avvocati di Gianfranco Amato. La tesi sostenuta è che gli stati esteri non debbano poter tutelare gli interessi dei loro cittadini minorenni qualora l'Italia decida in autonomia di attribuire cittadinanze fittizie dietro promessa di violare il primario interesse del bambino pur di compiacere i desideri dei suoi genitori.
Dato che Pillon si batte proprio per sostenere che i bambini non debbano avere diritti individuali in virtù di come lui preferisce pensare che un genitore ne debba poterne disporre come più preferisce (anche se contro gli interessi del minore) ecco che il suo "Alfio Evani" si proponeva come un caso facilmente strumentalizzabile. Sarebbe bastato omettere i principi delle decisioni medici, parlare di «cure» come se davvero esistessero o far credere che giudici cattivi volessero «uccidere» un neonato.
Quindi l'uomo che si batte contro la cittadinanza per i bambini nati in Italia ci viene a dire che lui vuole concederla solo a bambini terminali che nel suo nome verrebbero condannati ad un'agonia inflitta mediante accanimento. Lo stesso accanimento che proprio questa mattina è stato condannato da Papa Francesco.

In uno sciacallaggio senza fine, il senatore leghista cerca persino di montare inutili polemiche contro un ospedale che vuole portare una persona deceduta nella camera mortuaria come previsto dalle normali prassi. E su Facebook scrive:

Mi chiedono di attendere le dichiarazioni ufficiali della famiglia circa quanto sta accadendo in questi minuti a Liverpool e il possibile tentativo di negare alla famiglia il corpicino di Alfie. Attendiamo. Confermo comunque che sto preparando un esposto per omicidio alla procura di Roma. Vogliamo che la vicenda della morte di questo nostro concittadino sia pienamente chiarita. Perché non ci sia mai più un altro caso come questo.

Sostenuto che garantire una morte dignitosa sarebbe «omicidio», ci fa anche sapere che si batterà per impedire che altri stati possano prendere decisioni difficili nell'interesse di un minore qualora o genitori non ne siano capaci.
Nel regno di Pillon, i diritti dipenderebbero da quanta fortuna si ha avuto nell'avere certi genitori piuttosto che altri.

In uno sciacallaggio che ha una precisa collocazione politica, anche Lucio Malan non ha perso occasione per sostenere che i diritti dei minori siano secondari ai desideri dei genitori e scrive:

Per costoro è giusto far morire un bambino contro il parere dei genitori. E poi dicono "è stata la malattia a ucciderlo". Si qualificano da soli!

Lo stesso si potrebbe dire del senatore.
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