Benedetta Frigerio lancia gravi accuse contro i medici dell'Arder Hey Hospital, lasciando intendere abbiano intenzionalmente uccoiso Alfie Evans


Benedetta Frigerio non è un medico. È la fondatrice delle Sentinelle in piedi, è l'importatrice della bufala "gender" in Italia ed è una ex-redattrice di Tempi che ha cercato riparo alla corte di Riccardo Cascioli quando ha iniziato a fiutare il fallimento economico del periodico ciellino.
Fa dunque riflettere come la fondamentalista cerchi di sciallare la morte del piccolo Alfie Evans attraverso gravissime accuse rivolte ai migliori specialisti di Liverpool. Il tutto giurando su Dio che la verità non sarebbe quella oggettiva ma quella raccontata da quei genitori a cui Gianfranco Amato aveva fornito alcuni dei suoi avvocati per sostenere che i diritti civili di loro figlio dovessero essere violati in nome dei loro desideri. Loro non erano pronti ad accettare la prematura scomparsa del figlio? Allora loro figlio avrebbe dovuto subire accanimenti terapeutici che non potevano in alcuna possibilità di guarigione perché così volevano loro e chi usa Alfie Evans come oggetto di propaganda.

Dalle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana, la signora Benedetta Frigerio firma una disgustosa "cronaca" intrisa di tanti punti di domanda per solleticare le perverse fantasie dei complottisti:

Alfie ha retto la rimozione dei sostegni vitali, ma l'Alder Hey ha negato l'ossigeno portato poi al piccolo senza autorizzazione. Il piccolo non è stato alimentato per 36 ore e l'infezione al polmone non è stata curata ma era comunque stabile, tanto che Thomas era convinto di avere quasi un piede fuori dall'ospedale che ha negoziato il silenzio della stampa in cambio di più apporti vitali. Poco prima della morte al piccolo sono stati somministrati dei farmaci.

Si passa così alle accuse, giurando che i medici inglesi vadano in giro ad «uccidere i bambini» mentre gli ospedali vaticani avrebbero «cure» peer ogni patologia incurabile. Ed è così che quella Frigerio che si batte strenuamente contro la cittadinanza per bambini sani che nascono in ospedali italiani, giura su Dio che è favorevole ad imporla a bambini che possano essere fatti soffrire in ode e gloria della sua contrarietà alla morte naturale: il bambino deve essere intubato e costretto all'agonia più lunga gli si ricasca ad infliggere

È vero che la cosa più scandalosa accaduta al piccolo Alfie Evans è che sia stato intubato e ventilato per 15 mesi e che gli sia stata negata la tracheostomia, perché ad un mese dal ricovero (dicembre 2016) si è deciso che doveva morire senza neppure provare a fare una diagnosi. Infatti, anche se i giornali hanno scritto che Alfie era affetto da una malattia mitocondriale non c’è uno straccio di esame clinico che lo dimostri.
È poi sicuramente sconcertante il fatto che i tubi della ventilazione di Alfie furono sostituiti oltre 5 mesi dopo la loro applicazione e che perciò furono trovati pieni di muffa, come suo padre ha mostrato con un plico di foto (alcune da noi pubblicate) che provano le numerose negligenze dell’Arder Hey Hospital di Liverpool. Prove che hanno colpito profondamente anche Mariella Enoc, presidente del Bambin Gesù, a cui è stato negato di entrare nella stanza di Alfie dall’ospedale inglese. Insomma è vero tutto ciò, ma Alfie non è morto solo per questo.

Contraddicendo tutti gli specialisti, la fondamentalista racconta che sarebbe "colpa" di qualcuno se un bambino incurabile è morto. Il tutto non senza spacciare per verità rivelate dei dettagli che non vengono supportati da prove certificate. La Frigerio racconta così che i medici inglesi non saprebbero fare il loro lavoro:

Alfie una volta rimossa la ventilazione ha subìto un trattamento tremendo. Essendo che i suoi polmoni erano abituati a dilatarsi meccanicamente, i medici avrebbero dovuto “svezzarlo” per non provocarne la morte immediata. Cosa che comunque non si è verificata anche se dopo lo stop delle macchine il piccolo aveva contratto un'infezione polmonare.
Per questo Alfie, come aveva spiegato a Thomas un medico italiano con cui era in contatto, avrebbe avuto bisogno di una terapia antibiotica immediata che gli è stata negata. Eppure, nonostante tutto questo, il piccolo ha respirato comunque senza alcun aiuto per ore, dato che medici gli avevano negato anche la mascherina necessaria ad aiutare la sua respirazione comunque autonoma.

Si cerca così si creare odio contro chi non ha inflitto ulteriori accanimenti sul copro del piccolo bambino, giurando su Dio che i suoi genitori avessero il diritto di agire contro il suo interesse in virtù di come il fondamentalismo voglia promuovere l'idea che la prole debba essere considerata una proprietà esclusiva del genitore. Detto da una fondamentalista che invita i genitori a "curare" i figli gay nell'incuranza di come la scienza indichi in quegli atti una tortura capace di provocare suicidi e morte, gli sopi politici della sua rivendicazione paiono evidenti.

Perciò, la sera di lunedì 23 aprile, dopo la rimozione della ventilazione alle 22.15 italiane, Thomas ha lanciato un appello chiedendo che qualcuno portasse dell’ossigeno in ospedale, ma la barriera di polizia all’entrata ha impedito qualsiasi intervento esterno. A quel punto uno dei legali della famiglia, Pavel Stroilov, è corso all’Alder Hey Hospital chiamato da Thomas. Mentre Stroilov entrava hanno cercato di seguirlo altre sei persone, una con la mascherina in mano che ha provato ad entrare con lui senza successo. Questa ha però pensato bene di lanciare la mascherina sopra la testa degli agenti, permettendo al legale di portarla ai genitori di Alfie. [...] Ma, ancora una volta, i medici hanno provato a privare il bambino anche della mascherina, con la scusa che non proveniva dall’Alder Hey.
[...] Inoltre, quando poi l’alimentazione è stata fornita era comunque a livelli bassi. Il bambino è vissuto minacciato dai medici e difeso dai suoi genitori per 4 giorni, aprendo di tanto in tanto gli occhi, reagendo. Così, per silenziare la stampa l'ospedale ha promesso a Thomas più ossigeno e più sostegni vitali. Due ore prima di morire la saturazione dell'ossigeno era a circa 98 e i battiti di Alfie erano a circa 160, tanto che Thomas era convinto che lo avrebbero lasciato andare presto a casa (così gli aveva detto l’amministrazione ospedaliera nel pomeriggio di venerdì). Prima di morire, mentre Thomas era uscito un istante, lasciando Kate in dormiveglia e un altro familiare in stanza, un'infermera è entrata e ha spiegato che avrebbe dato al bimbo quattro farmaci (non si sa quali) per curarlo. Dopo circa 30 minuti la saturazione è scesa a 15. Due ore dopo Alfie era morto.

Raccontando che il bambino sarebbe potuto guarire anche se il Bambin Gesù è stato chiaro sul fatto che non avessero terapie da offrirgli, la signora Frigerio continua a giurare che forse è tutta colpa dei medici se il bambino aveva una gravissima malattia neurodegenerativa:

Non sappiamo quanto Alfie sarebbe vissuto se appropriatamente aiutato e curato, non sappiamo se esami approfonditi sarebbero giunti a formulare una diagnosi e quindi a trovare una cura, non sappiamo nemmeno se Alfie era ridotto in quelle condizioni per qualche responsabilità interna ad un ospedale il cui curriculum passato è a dir poco mostruoso (come si legge in questo e questo articolo, dove tanti indizi rendono l’ipotesi quanto meno ammissibile se non provata). Quel che è certo però è che non possiamo dire che il bambino sia morto solo per la rimozione dei sostegni vitali.

L'articolo continua a sostenere che Alfie non sarebbe stato un malato terminale come appurato da tutti gli specialisti che l'anno visitato:

Anche Angelo Selicorni, noto genetista italiano, due giorni dopo la rimozione della ventilazione era intervenuto così: «Staccato dalle macchine il bambino ha “resistito” per ore senza “alcuna intenzione di morire”». Questa svolta, ha continuato «pone qualche dubbio sulla “terminalità” del suo stato».

Immancabile è anche il cercare di negare che la decisione sia stata assunta nell'interesse del bambino, preferendo raccontare che lo si sarebbe fatto per soldi:

È chiaro che se per i medici la vita di Alfie era "futile", quindi un peso e un costo che non valevano la pena di essere sostenuti, l’approccio clinico verso di lui non poteva che essere fino alla fine quello di eliminarlo. 

Da notare è come la signora Frigerio eviti sempre di dire che Alfie è stato lasciato morire, preferendo usare termini che incolpino qualcuno della sua morte. Ed è così che la signora lancia accuse gravissime contro l'ospedale:

Una fantasia? Nel 2012 erano scoppiate numerose polemiche a causa di denunce effettuate da pazienti coinvolti nel Liverpool Care Pathaway, il programma di trattamento fine vita allora in vigore in Gran Bretagna. Una infermiera dell'Alder Hey, Bernadette Loyd, stanca di vedere casi simili, aveva scritto al ministero della salute denunciando i modi con cui bambini e neonati muoiono. «Morire di sete è terribile, ed è inconcepibile che dei bambini debbano morire così. I genitori si trovano a un bivio e si sentono quasi costretti a scegliere questa via perché i medici dicono che i loro bambini avranno pochi giorni di vita. Ma predire la morte è molto difficile e ho visto anche un gruppetto di bambini che sono tornati a vivere, dopo che il Lcp era stato avviato e interrotto». «Ho anche visto morire bambini morire terribilmente di sete perché l'idratazione viene sospesa fino a quando non muoiono. Ho visto un ragazzo di 14 anni con il cancro morire con la lingua incollata al palato, quando i medici si sono rifiutati di idratarlo. La sua morte è stata vissuta con angoscia da lui e da noi infermieri. Questa è l'eutanasia che entra dalla porta anteriore». Il Sistema sanitrio nazionale aveva risposto alla Loyd senza entrare nel merito: «Le cure per il fine vita devono soddisfare i più alti criteri professionali e bisogna sapere stare accanto ai genitori del bambino durante il processo decisionale».

Si arriva così alla morale populista ed ideologica per cui la signora Froigerio sta sciacallando la morte di Alfie, girando che gli inglesi ammazzeranno le persone se i sedicenti "cattolici" non roteeranno i loro rosari per impedire che i diritti dei  bambini possano essere anteposti alle voglie della Frigerio, di Cascioli e delle lobby integraliste che rappresentano in Italia:

Ecco cosa ha fatto il martirio di Alfie, oltre che convertire tanti cuori: ci ha costretti a unirci contro un mostro, a guardare alla brutalità di un sistema eugenetico travestito da democrazia. Un sistema con un potere illimitato sulla persona e considerato una religione civile dalla politica e dalla giustizia inglesi. Un potere che schiaccia tante altre vite fragili e che diffonde una mentalità utilitaristica che bisogna cominciare a combattere se non si vuole fare la stessa fine. Ma chissà, forse la storia di Alfie svelerà molto di più, perché a molti resta una domanda: cosa giustifica l'accanimento dell'ospedale terrorizzato dall'idea che il piccolo fosse trasferito altrove? Cosa ha fatto tremare l'Alder Hey Hospital?

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Nella foto: Benedetta Frigerio (sorridente sulla sinistra) e Riccardo Cascioli posano al fianco del padre di Alfie Evans durante la loro trasferta londinese.
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