È stato un successo il primo Gay Pride di Bergamo


In tantissimi hanno preso parte al primo Pride di Bergamo.
Lo slogan scelto era "Educare alle differenze per combattere l’odio. Giù la maschera!". Il riferimento è al preoccupante numero di episodi di violenza e bullismo che si sono registrati quest'anno contro chi viene ritenuto “diverso” o indicato come tale da personaggi sin troppo noti che hanno convenienza economica o politica nel creare divisioni sociali.

Sul fronte dei gruppi omofobi che si battono contro l'uguaglianza, la curia ha chiesto ai frati cappuccini di annullare la blasfema «adorazione eucaristica in riparazione al gay pride» organizzato dai seguaci di Mario Adinolfi. Intanto alcuni prelati (affiliati all'organizzazione integralista di Filippo Savarese) avevano cercato di promuovere odio contro i manifestanti sui social, attribuendo agli organizzatori la vignetta realizzata da Jenus in vista del Pride. Al solito, i citati prelati hanno anche colto l'occasione per fomentare odio religioso e per giurare su Dio che i gay sarebbero tutti blasfemi, che Adinolfi piace alla Madonna in virtù di come esiga la sottomissione delle sue mogli e che gli islamici avrebbero ucciso l'alutore della vignetta. Insomma, frasi che paiono scritte da preti che invidiano l'Isis e che sognano un mondo in cui Savarese possa gettare i gay dai tetti dei palazzi dopo aver letto la sentenza di morte redatta da Adinolfi.
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