La Cirinnà asfalta Giorgia Meloni: «Prima de parlà informate, invece de dí ca.zate!»


Giorgia Meloni sta basando il prolungamento della sua campagna elettorale sull'ossessiva promozione dell'odio contro le famiglie omogenitoriali. Peccato che durante la trasmissione di Lucia Annunziata abbia dato prova di non conoscere ciò di cui parla.
Intenzionata a compiacere il disprezzo che Mario Adinolfi o Gandolfini provano contro qualunque famiglia non sia fatta ad immagine e somiglianza delle loro (due mogli in un caso, un'unione infeconda non "aperta alla vita" nell'altro), la leader di Fratelli d'Italia ha attaccato il Comune di Torino e lo ha accusato di aver iscritto all'anagrafe i figli di coppie dello stesso sesso nati da surrogazione. Peccato il bambino in questione non sia nato tramite gestazione per altri.
Dimostrando di non conoscere il caso oggetto della sua invettiva, ha veicolato il suo sostegno ad un governo Salvini-Di Maio solo dietro garanzie di discriminazioni verso bambini che lei vorrebbe fossero resi orfani di genitori in vita:

Non mi basta che non ci sia scritto nulla nel contratto di governo, io voglio che chiaramente il movimento 5 stelle dica che non porterà norme come l’adozione da parte delle coppie gay. Perché le amministrazioni 5 stelle sono andate molto lontane da noi. Abbiamo la Appendino che riconosce i figli dell’utero in affitto all’estero.

Monica Cirinnà le ha risposto sui social:

Mentre tratta per un governo di ultradestra, Giorgia Meloni a Mezzora in piu attacca il Comune di Torino per l’iscrizione anagrafica di figlio che dice “dell’utero in affitto”. Te lo dico da romana: “prima de parlà informate, invece de dí ca.zate!” Niccolò Pietro è nato in Italia da Chiara Foglietta.

La stessa Foglietta, via Twitter, ha replicato: «Nato in Italia, dal mio utero italiano. Contenta?».
È il primo caso in cui la senatrice Cirinnà ha scelto una risposta fuori dalel righe, forse anche lei esasperata al pari di tanti cittadini dinnanzi a delle ultradestra che cercando di creare odio contro interi gruppi sociali attraverso falsificazioni, mistificazioni e fantomatiche "ideologie" create a tavolino dal personaggi come Povia, Mario Adinolfi e Gianfranco Amato. Perché se ognuno è libero di avere le opinioni che vuole, non altrettanto lecito è che si menta sul contro degli altri perché non si hanno reali argomentazioni a beneficio delle proprie tesi.
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