Sopravvissuto al Pulse cerca risposte nella religione. Ora promuove terapie riparative contro «la perversione gay»


Un sopravvissuto al massacro del Pulse ha cercato nella religione una spiegazione a quanto accaduto quella notte, ma ci sarebbe da domandarsi se non sia stato vittima di ulteriori violenze da parte di religiosi che si sono accaniti contro la sua omosessualità.
Oggi Luis Ruiz lavora con quel gruppo di cristiani nel promuovere convegni per la «cura dell'omosessualità». Le immagini del massacro vengono persino usate nella campagna promozionale di un evento intitolato "Freedom from homosexual/transgender lifestyles by the grace and power of Jesus Christ" (ossia "Liberi dallo stile di vita omosessuale e trangender grazie alla grazia e alla potenza di Gesù Cristo") in cui Ruiz esorimerà la sua convinzione sul fatto che «gli omosessuali possono cambiare» attraverso la promozione delle storie di "ex-omosessuali" che sostengono di essere stati "guariti" da Gesù Cristo.

L'uomo afferma che: «Guardando le vecchie fotografie delle mie notti al Pulse, vedo la mia perversione, il bere pesantemente e il fare sesso promiscuo che mi ha portato all'HIV. Il nemico mi tratteneva ma ora Dio mi ha preso da quel posto e mi ha dato in Cristo Gesù, ho imparato a conoscere il suo amore a un livello più profondo. Due delle 49 vittime erano miei amici e non sono più con noi. Hanno perso la vita quella notte. Sarei potuto essere il cinquantesimo, ma ora ho la possibilità di vivere in relazione non solo con la religione e l'amore di Cristo, ma di essere in amore con Cristo e con la condivisione del Suo amore. Io non sono ciò che mi definivo ma ciò che Cristo Gesù dice io debba essere».
Insomma, la teoria "cristiana" è che la responsabilità di quel massacro non sia nella follia del killer, ma una una punizione divina contro chi osa essere gay dopo che personaggi alla Mario Adinofli si sono messe a sbraitare che loro si sentono migliori e più graditi a Dio in virtù di come penetrino vaginalmente le loro molteplici mogli dopo aver citato san paolo per esigere la loro completa sottomissione. E da prassi, tuttto ciò passa da personaggi indottrinati a vomitare giudizi morali contro le 49 vittime e contro chiunque osasse frequentare locali che non piacciono a quei "cristiani" che hanno ammazzato Gesù per idolatrare le loro pulsioni sessuali sino a renderle il loro unico dogma di fede.

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