Verso il Piemonte Pride, al grido di "Nessun dorma!"


Il Torino Pride del 16 giugno sarà solo uno dei tanti eventi che si svolgeranno fra maggio e luglio sul territorio del Piemonte, fra i quali anche i due grandi pride di Novara (26 maggio) e Alba (7 luglio).
Il Piemonte Pride rappresenterà anche più di un mese di eventi di avvicinamento organizzati in tutte le attivissime province piemontesi su iniziativa delle tante associazioni LGBTQI del territorio, un coinvolgimento più marcato e trasversale di tutte le realtà della regione nell'organizzazione delle grandi parate dell’Orgoglio. I tre pride avranno come claim: "Nessun dorma", un invito a tutte e a tutti a rimanere vigili, ad adoperarsi per salvaguardare i diritti acquisiti e a lottare per tutti quei diritti, invece, ancora anacronisticamente negati.

«Con il Piemonte Pride, una realtà in continua crescita, il nostro intento è quello di creare una rete territoriale coesa che possa moltiplicare sul territorio la felice esperienza del Torino Pride –afferma Alessandro Battaglia, coordinatore Torino Pride– al fine di combattere in modo più capillare ogni tipo di discriminazione. Paradossalmente, moltiplicare i pride perché possano, in futuro, non essere più necessari. Quello che oggi viene definito da più parti il “modello piemontese” è a nostro giudizio la strada giusta per poter davvero, uniti, affrontare i nostri avversari e avere una maggiore forza per rivendicare e ottenere la vera e auspicata eguaglianza. La presenza dei nostri temi deve essere sempre più capillare sul territorio ed è proprio in quest’ottica che si è appena conclusa la nostra felice esperienza al Salone del Libro di Torino, che ci ha visti protagonisti, per il terzo anno consecutivo, alla più importante manifestazione dedicata al libro in Italia».

Il Piemonte Pride si svolge con il sostegno e il patrocinio della Regione Piemonte e con il patrocinio del Consiglio Regionale, della Città Metropolitana di Torino, delle Province di Novara e di Cuneo e delle Città di Torino e Alba.

Il claim del 2018, Nessun dorma!, richiama chiaramente l’attenzione sui tempi cupi, “bui” e troppo spesso “addormentati” in cui viviamo: tempi in cui prende piede una cultura della semplificazione ad opera dei “luoghi comuni”, in cui chi è “diverso” o percepito come tale assume facilmente il ruolo di capro espiatorio. Tempi di crisi economica, sociale e culturale in cui rialza la testa un fascismo dai mille volti.
Il Pride di quest’anno, dunque, è dichiaratamente e nettamente antifascista, antirazzista e di lotta, se possibile ancor più delle edizioni precedenti.
L’immagine invece è quella di un pugno: la mano chiusa con le dita piegate e fortemente strette: un segno di lotta ma anche di forza e di vivido incitamento. Tendere ad afferrare ciò che uno non ha ancora e stringere, invece, ciò che già si è conquistato. La forza del pugno che si sposa con la purezza cromatica "senza esitazione" del rainbow e che rimanda all’arcobaleno: rappresentazione cromatica universale del mondo LGBTQI. Infine, il pugno, simbolo senza tempo, stratificato, che non vuole e non deve ricondurre a un concetto univoco ma che ha l’ambizione di simboleggiare la lotta, anzi le lotte, di tutte e tutti contro il mai sopito avanzare di discriminazioni sempre nuove.
A partire dalla guerra civile spagnola il pugno chiuso è diventato, infatti, simbolo di tutti i movimenti che si opponevano al fascismo. È stato utilizzato successivamente in molte circostanze e da diversi movimenti per i diritti dei gruppi discriminati, in nome della solidarietà e della ribellione, come, ad esempio, il movimento per i diritti civili degli anni ‘60 del ‘900, il movimento femminista americano o il movimento dei militanti per i diritti dei neri.
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