La sindaca di Coriano: «Non registro i figli delle coppie gay». Arcigay: «Novella Erode coi bambini delle famiglie arcobaleno»


Stiamo assistendo ad una parte politica che fa campagna elettorale sulla pelle dei più deboli, vantandosi di come siano disposti a privarli da qualunque tutela giuridica pur di compiacere le pretese del fondamentalismo cattolico. Marco Tonti, presidente Arcigay Rimini "Alan Turing", non cerca giri di parole nel condannare l'operato che la sindaca di Coriano ha compiuto nel nome del senatore leghista Simone Pillo, il neocatecumanele che da anni promuove omofobia per conto di Massimo Gandolfini:

Mimma Spinelli, che in privato in anni passati millantava aperture sui temi dei diritti LGBT, oggi segue le orme di Trump e di Re Erode e si vanta sui giornali di aver privato due bambini dei loro diritti fondamentali, cioè di avere adulti responsabili che abbiano il dovere congiunto di mantenerli, educarli e farli crescere sereni e amati. E perché? Perché questi bambini hanno due papà. Invece di farsi le foto coi peggiori omofobi cattotalebani dell'emisfero boreale e saltare sul carro (con guida molto a destra) dei vincitori, dovrebbe spiegare cosa ci sia da vantarsi a colpire i genitori usando i bambini come sponda.
La sindaca Spinelli vuole solo bambini di "serie A" nel suo comune, gli altri li priva di diritti e se ne vanta pure mettendo a repentaglio la loro serenità e la loro riservatezza. Ma non ci sono bambini di sere A o di serie B, e ci auguriamo che i corianesi siano persone più di buon senso della loro sindaca e che sapranno essere solidali con questa famiglia e proteggerla almeno umanamente dalle strumentalizzazioni politiche.
Se avesse fatto il suo dovere istituzionale e si fosse informata come si deve avrebbe poi scoperto che il ministro Fraccaro, a nome di Salvini, ha stabilito che le trascizioni di figli di famiglie arcobaleno sono legittime e che non possono essere annullate se non con una legge (che sarebbe tipo quelle razziali del Ventennio fascista, tanto per intenderci).
A questo punto è necessario appellarsi agli altri sindaci della provincia perché seguano l'esempio dei loro colleghi di Torino, Gabicce, Bologna, Roma, Firenza, Catania, Milano e altri e diano un rifugio di legittimità a questi bambini privati dei diritti fondamentali e abbandonati senza vergogna dalla sindaca Spinelli al loro destino.
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